Gioco di donna” di John Dugan -2005
Nel 1968 il grande maestro del cinema francese, Claude Chabrol diresse un film che raccontava la “strana” relazione tra Frederique, una ricca borghese e Why, una giovane pittrice. La giovane artista impazziva e la vicenda si concludeva drammaticamente con l’omicidio della sua amica del cuore. Per assicurarsi l’incasso al botteghino, la (furba) distribuzione italiana lanciò allora la pellicola, con il titolo originale in francese “Les Bisches” (“Le cerbiatte”) senza lo spazio tra le due parole, in modo da lasciar intuire, maliziosamente, che si trattava di un film su due lesbiche.
La stessa operazione (anche se più velata) è stata riproposta nell’ammiccante trailers di lancio di “Gioco di donna” di John Dugan, montato con una serie di sequenze “scandalose”, che lasciano intuire una torbida storia d’amore tra le due sensuali protagoniste. Il titolo originale (“The head in the clouds”) è invece perfetto e rimanda più propriamente all’atteggiamento disincantato della protagonista, la ricca e capricciosa Gilda Bessè (Charlize Theron) che vuole vivere nel lusso, scorazzando tra Parigi e Londra, dimentica della guerra (siamo negli Anni Trenta) che sta dilaniando il mondo. Mia (Penelope Cruz) un’inquieta infermiera d’origine spagnola, dopo aver goduto dei privilegi offerti dalla sua amante, decide di tornare nella sua terra e di combattere al fianco degli antifranchisti. La seguirà in questo viaggio Guy Malyon (Stuart Towsend) un giovane irlandese, innamorato perdutamente (ma ricambiato) della affascinante Gilda. Un pizzico di spionaggio, qualche centimetro di carne scoperta e l’immensa tragedia della guerra sullo sfondo. Il film è lento, la storia patinata ed i dialoghi incerti. L’unico pregio? Aver raccontato lo sconcerto di una generazione che non poteva rimanere impassibile di fronte all’orrore del nazifascismo.
Recensione pubblicata su L'Articolo- Redazione napoletana del "L'Unità" - 10-05-2005