The gift

di Sam Raimi con Cate Blachett, Keanu Reeves, Greg Kinnear, Giovanni Ribisi, Katie Holmes, Hilary Swank - USA – 2000 - Durata 111’

 

Annie Wilson (Cate Blanchett) vedova e madre di tre figli, possiede un particolare dono; ogni qual volta legge le carte è in grado di prevedere il futuro. I suoi clienti più assidui sono Valerie (Hilary Swank) la moglie di Donnie Barksdale (Keavu Reeves) un uomo violento che passa il tempo a gonfiarla di botte e Buddy (Giovanni Ribisi) un meccanico sommerso da crisi di pianto e da stati d’angoscia. Donnie è convinto che Annie  spinga sua moglie a lasciarlo ed in più occasioni, con tono minaccioso, le intima di starle alla larga. La piccola contea di Brixton è in subbuglio; la giovane e disinibita Jessica King (Katie Holmes) scompare nel nulla e lo sceriffo e Wayne (Greg Kinnear) il fidanzato di Jessica chiedono ad Annie di aiutarli nelle indagini. Lei dapprima recalcitra poi visualizza il corpo della ragazza senza vita in fondo ad un laghetto. Gli indizi portano dritto alla proprietà di Donnie che, accusato del delitto, è arrestato. Ma Annie è certa che lui sia innocente e, grazie al suo “dono”, riesce a smascherare l’assassino.

Thriller teso e vibrante, con qualche spruzzata di sovrannaturale, che tiene con il fiato sospeso lo spettatore. Raimi mescola la dolcezza della protagonista con la rabbia cieca e furiosa di Donnie ma appesantisce il film con le noiose ed interminabili scene del processo. Annie non è descritta come una cartomante ciarlatana ed arruffona ma come una donna sensibile che si prende a cuore il destino dei suoi clienti e cerca con i mezzi che ha a sua disposizione di aiutarli ad affrontare le asprezze della vita. Il regista non lesina qualche tocco melodrammatico (il marito di Annie è morto in un incidente qualche anno prima e suo figlio Mark sembra un disadattato, incapace di controllare la propria rabbia) e spinge al massimo l’acceleratore quando traccia la figura di Buddy, un ragazzo fragile e fortemente disturbato che spinto da Annie a scavare nel proprio passato, si ribella al padre che abusava di lui, gli da fuoco e s’impicca, poi, nella cella della prigione. Nel complesso la pellicola è dotata di una discreta fattura e, fino all’ultimo fotogramma, calamita l’attenzione dello spettatore.

 

 

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