Fratellanza – Brotherhood (Broderskab

di Nicolo Donato. con Thure Lindhardt, David Dencik, Nicolas Bro, Morten Holst, Claus Flygare - Danimarca - 2009 – Durata 90’

 

A Lars (Thure Lindhardt), ex tenente dell’esercito danese, viene negata una promozione per aver adescato un commilitone. Un po’ per curiosità, un po’ per noia, decide allora di far parte di un gruppo neonazista, il cui capo affida a Jimmy (David Dencik), un veterano che maschera la propria fragilità dietro dei tatuaggi inneggianti il Terzo Reich, il compito di indottrinarlo sui cardini della dottrina nazista. Lars e Jimmy si cercano, dapprima con discrezione, poi quando si ritrovano a vivere nella stessa casa da soli, si lasciano divorare dal fuoco della passione. Con le unghie e con i denti provano a celare il loro amore alle altre reclute ma, inevitabilmente, il loro destino è già segnato.

Sin dalle prime battute si intuisce che l’intenso e straziante film d’esordio del regista italo – danese, più che una vicenda sull’oscuro ed inquietante mondo dei neo-nazisti (American History X, Skinheads, Teste rasate, docent) è, soprattutto, una palpitante e struggente storia d’amore. Donato sceglie una narrazione volutamente scarna, gira molte scene avvolte nel buio e punta tutto sui silenzi e sugli sguardi prolungati e carichi di pathos che i protagonisti si scambiano nel corso del film. Il regista lascia che i raid punitivi dei neonazisti contro gay ed extracomunitari ed i rituali d’iniziazione per le reclute facciano da sfondo al “cupio dissolvi” di Lars che, “consapevolmente”, sceglie, giorno dopo giorno, di andare sempre più alla deriva, al punto da scegliere (non a caso), di far parte di un gruppo che fa dell’omofobia uno dei cardini centrali della propria identità. Donato fa un uso parsimonioso e mai eccedente della colonna sonora, strizza l’occhio al Dogma ed ai suoi precetti, filma con pudore le scene erotiche ed impagina un film che urla di rabbia e di dolore, di speranza e di disperazione. Vincitore del Festival di Roma 2009. Da non perdere.

 

Recensione pubblicata su Segno Cinema - N. 171 Settembre - Ottobre 2011

 

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