Follia (Deranged)
di Chuck Vincent
con Jane Hamilton, Jamie Gillis,
Paul Siederman, Jennifer Delora
– USA – 1987 – Durata
Da quando suo padre Eugene (Jamie
Gillis) si è suicidato tagliandosi
la gola la mente di Joyce (Jane Hamilton) vacilla sempre più e, sommersa da
continue allucinazioni, confonde continuamente fantasia e realtà. La sua
gravidanza la rende ancora più vulnerabile e l’unica persona che le sta accanto
è sua sorella Mary Ann (Jennifer Delora). Ma lei sospetta che possa essere
l’amante di suo marito Frank (Paul Siederman) un fannullone che l’ha sposata
solo perché è ricca sfondata. La fantasia e la realtà si sovrappongono al punto
che diventano indistinguibili. In dolce attesa Joyce è aggredita in casa da un
misterioso maniaco mascherato che lei uccide a colpi di forbice. Dopo aver perso
il bambino, Joyce precipita definitivamente nella follia.
Pellicola che non raggiunge la sufficienza e che si apre con una scena che
mostra Joyce che allucina un prete che pronuncia uno sconclusionato discorso, al
termine del quale tira fuori un affilato rasoio e lo punta contro di lei. Per
rimarcare ancora di più la frammentarietà della mente della protagonista, il
regista propone in maniera volutamente disordinata, gli eventi, finendo, per
disorientare ancora di più lo spettatore.
Nel film compare il dottor Freemont (Harvey Siegel) uno psichiatra che
prova a scardinare le difese di Joyce e, nel corso di una seduta, lei gli
racconta un episodio di quando era bambina:
“Sento delle strane voci. Quelle di
Sheila, di Mary Ann ed anche di papà. Le voci allora sono partite tutte insieme,
come una valanga che mi veniva addosso. Era così ghiacciata, era fredda, mi
sommergeva completamente. Non potevo respirare. Mi sono messa a gridare, ma non
volevano andarsene. Generalmente si fermavano quando mi mettevo a gridare ma
quella volta no. Così, ho continuato a gridare come una pazza e tutti quelli del
dormitorio sono corsi nella mia stanza. E poi le voci si sono fermate, non le
sentivo più, ma non riuscivo a calmarmi. A quel punto ero l’attrazione della
serata ma quelle voci volevano solo me. Quelle voci le avevo già sentite quando
era morto papà. Dottore io sto bene e le prometto che la prossima seduta farò di
tutto per essere puntuale.” Sullo sfondo il disastroso rapporto di Joyce con
la madre Sheila che il giorno dopo la morte del marito, si era sposata con il
suo amante Darren.