Follia (Asylum)
Lo psichiatra Max Raphael (Hugh
Bonneville) marito dell’affascinante Stella (Natasha Richardson) e padre del
piccolo Charlie (Augustus Jeremiah Lewis) assume l’incarico di vicedirettore del
manicomio di Broadmoor. Travolta dalla noia ed insoddisfatta da una vita
coniugale monotona e piatta, Stella finisce tra le braccia di Edgar Stark (Marton
Csokas), un artista internato per uxoricidio. Il perfido dottor Peter Cleave (Ian
McKellen) prova, invano, a sedurre Stella ma viene respinto e si vendica facendo
scoppiare lo scandalo. Stella fugge via con il suo amato che, ben presto, si
rivela un uomo violento, rissoso ed accecato dalla gelosia. La tragedia è dietro
l’angolo e travolgerà i protagonisti della vicenda.
McKenzie porta sullo schermo il
fortunato romanzo di Patrick McGrath ed ambienta la vicenda nella Londra
degli anni Cinquanta. Il regista sceglie i toni cupi ed inonda la pellicola di
un tocco pessimistico e disperato. Nonostante metta in scena una bollente e
travolgente storia d’amore il film è fin troppo freddo e controllato, i dialoghi
appaiono esangui e lo scavo psicologico dei personaggi disertato. Nel film tutto
è levigato al punto che il manicomio sembra un hotel a cinque stelle, ed i
pazienti sono tutti lindi e pinti. Anche se la passione non trasuda da nessuna
inquadratura la smarrita ed infelice Richardson ed il folle e disturbato Stark
sono in grande spolvero. Superlativo McKellen nei panni del perfido e cinico
Clave.