Fino a farti male
di Alessandro Colizzi con Agnese Nano,
Christopher Bucholz, Karin Giegerich - It
Martina (Agnese Nano) è una donna infelice ed insoddisfatta divisa tra l’amore per suo marito Marc (Christopher Bucholz) un impresario artistico e Lia (Karin Giegerich) una donna conosciuta ad un maneggio di cavalli. Dopo essersi licenziata al lavoro, Martina ritira i soldi in banca e prova a mettere in atto un suicidio con il gas ma l’arrivo di sua madre la distoglie dai suoi propositi distruttivi. Marc torna a casa da un viaggio prima del previsto, intuisce che la moglie gli nasconde qualcosa, la pedina e scopre la relazione che ha con Lia. Dopo aver preso atto di non aver mai compreso niente di lei, decide di non rivelarle la sua scoperta e prova ad intuire quali potrebbero essere le sue prossime mosse. Martina è una sfinge e, con delle innocenti e pietose bugie, si illude di continuare a far credere sia al marito che a Lia che tutto proceda senza scossoni. In un finale enigmatico Martina resta in bilico tra la voglia di tuffarsi nella turbolenta storia d’amore con Lia e quella di preservare il più tranquillo e rassicurante amore per Marc.
Pellicola ambiziosa diretta da un regista che con la sua macchina da presa ama indugiare sui volti espressivi ed intensi delle due protagoniste femminili. Il regista non vuole narrare la vicenda di una donna insoddisfatta che per noia o per amore della trasgressione si tuffa tra le braccia di una donna ma il tormento di chi non riesce a respirare a pieni polmoni la vita ma finisce per essere solo spettatrice di se stessa e del mondo. Niente è come appare e, nel corso del film, Martina prova ad impattare con la realtà ma l’unica spiegazione che regala a suo marito è un banale: “Ho fatto di tutto perché tu lo scoprissi ma tu sei cieco. Perché dovrei scegliere? Così potevo avere tutti e due.” Colizzi non sceglie né la via del melò, né del dramma passionale e ci mostra in maniera casta le scene d’amore tra le due donne. Nonostante qualche buona intuizione visiva la pellicola finisce per peccare della stessa incertezza che attanaglia la protagonista. Piccola partecipazione di Marina Rei, autrice del brano And I close my eyes.