Eros

di Michelangelo Antonioni, Steven Sodeberg, Wong Kar Way con Robert Downey J.,  Alan Arkin – Ita- USA- Hong-Kong – 2004- Durata 104’

 

Film composto da tre  episodi. Il secondo “Equilibrium” è diretto da Steven Sodeberg. Teso e preoccupato per il lancio di un nuovo tipo di sveglia, il pubblicitario Nick Penrose (Robert Downey J.) passeggia su e giù per lo studio dello psicoanalista, il dottor Pearl (Alan Arkin) che, superate le resistenze, lo invita a sdraiarsi sul lettino. Nick si rilassa ed inizia a raccontargli il suo sogno/incubo; una donna (Ele Keats) dopo aver fatto l’amore con lui si immerge in una vasca da bagno, si trucca, si veste  e, dopo avergli dato un bacio, se ne va. Lo psicoanalista finge di ascoltarlo ma in realtà è intento a spiare con un cannocchiale qualcuno fuori dalla finestra dello studio. E mentre il povero Nick si arrovella per cercare di capire chi si nasconde dietro la donna che popola il sogno, il dottor Pearl si sbraccia e fa dei grandi gesti d’intesa all’ipotetico interlocutore. Non pago, mentre il paziente continua a raccontarsi, Pearl lancia dalla finestra dello studio un aeroplano di carta. Sul finire si scopre che tutta a vicenda non era altro che un sogno del protagonista.

Sodeberg (che all’ultimo momento ha preso il posto di Patrice Leconte e di Pedro Almodovar)   ambienta la vicenda negli Anni Cinquanta e grazie alla fotografia di Peter Andrews, l’immerge in un bianco e nero da favola. Ma al di là della scelta stilistica indovinata il suo episodio fa acqua da tutte le parti ed irrita per la banalità della storia che si trascina all’infinito senza che qualche elemento inaspettato irrompa nella vicenda.  Curiosità: lo strizzacervelli dell’episodio di Sodeberg è Alan Arkin, attore che interpretò Sigmund Freud nel film cult Sherlock Holmes. Soluzione Settepercento ed uno psicoanalista ne L’ultimo contratto. Quando si dice il destino…  

 

Recensione pubblicata su L'Articolo- Redaizone napoletana de L'Unità

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