L’era legale
Cos’è l’interpellazione? E’ quella modalità che mostra un personaggio, sguardo in macchina, che si rivolge direttamente allo spettatore. Una tecnica utilizzata da Luchino Visconti in Ludwig e da Antonio Capuano in Pianese Nunzio n 14 anni a maggio dove, in entrambi i film, sfilavano, ad uno ad uno, spezzettando la narrazione, i testimoni di un processo che narravano i rapporti che avevano con l’accusato. Decisamente più ironici, scanzonati e ridanciani Isabella Rossellini, Renzo Arbore, Giancarlo De Cataldo, Carlo Lucarelli, Tano Grasso, Pietro Grasso che fanno capolino nel film di Enrico Caria e narrano le gesta di Nicolino Amore (Patrizio Rispo), pittoresco sindaco di Napoli che, abolendo lo spaccio di droga, manda sul lastrico i clan camorristici, ridonando splendore e ricchezza alla martoriata, vilipesa e bistrattata città partenopea. Messe da parte le frettolose riletture sociologiche ed antropologiche sui motivi che hanno causato il degrado della città (su tutti gli industriali del Nord che hanno versato i loro rifiuti tossici in Campania, grazie al patto scellerato con la camorra) il film risulta essere fin troppo diseguale e sbilenco. Caria vuole a tutti i costi sorprendere ed essere originale ma il suo tentativo appare velleitario e le sue ricette per uscire dalla crisi semplicistiche, riduzionistiche ed infantili. Documentaristi si nasce (il convincente Vedi Napoli e poi muori, diretto dal regista, ne è la prova) e sposare il linguaggio della fiction con quello duro e spietato della realtà, è un’operazione troppo piena di insidie per poter funzionare.
Recensione pubblicata su Segno Cinema – N. 177 - 2012