Emotivi Anonimi

 

Ci avranno anche rubato la Gioconda, Bernard Hinault avrà pure beffato Francesco Moser al Giro d’Italia ed al Tour e Zinadine Zidane colpito, con una testata, Marco Materazzi. I motivi per “odiare” i francesi (forse) non si fermano qui, ma una cosa è certa; sanno fare cinema (non a caso l’hanno inventato loro) e riescono, come pochi, a dirigere film carichi di un’eleganza e di una raffinatezza senza eguali. Ne è l’ulteriore conferma questo piccolo gioiellino firmato da Jean-Pierre Améris, all’esordio dietro la macchina da presa.

La vicenda racconta della dolce e Angélique (Isabelle Carré) che frequenta un gruppo di sostegno per “emotivi anonimi” e dell’impacciato Jean-René (Benoît Poelvoorde), proprietario di una fabbrica di cioccolato sull’orlo del fallimento, in cura da uno psichiatra. Affetti entrambi da una timidezza ed insicurezza patologica si piacciono, si cercano, si desiderano ma essendo, emotivamente bloccati (il loro motto è “Purchè non succeda nulla”) non riescono a comunicare all’altro le proprie emozioni. Dopo qualche (immancabile) colpo di scena, l’amore trionferà?

Senza scadere mai in quel prevedibile e consunto macchiettiamo con il quale vengono generalmente rappresentati i nevrotici al cinema (Woody Allen docet), Améris ci propone una deliziosa storia d'amore che ironizza, con garbo e sensibilità, sui complessi e sulle fragilità che divorano i due  candidi, goffi e romantici protagonisti. Il cioccolato fa da fil rouge all’intera vicenda ma il regista francese, con abilità, non cede al melenso ed allo sdolcinato e non fa cariare i denti dello spettatore.  Chapeau.



Recensione pubblicata su Segno Cinema – N. 177 - 2012

 

 

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