East is East
di Damien O'Donnel con Om Puri, Linda
Bassett, Ian Aspinall , Raji James, Jimi Mistry - GB – 1999 – Durata
George Khan (Om
Puri), negoziante di origini pakistane, vive in un sobborgo di Manchester con i
suoi sette figli e la moglie Ella (Linda Bassett), una donna inglese cattolica
che, negli anni, pur di tenere unita la famiglia, con i suoi modi gentili e
dimessi, ha imparato a piegare la testa ed a subire in silenzio le angherie del
marito, un uomo di altri tempi, bisbetico e violento, convinto che tutti devono
obbedirgli senza fiatare. Come le credenze religiose del suo paese impongono,
George combina il matrimonio del primogenito Nazir (Ian Aspinall) con una
giovane ragazza pakistana. Ma suo figlio è gay e, dopo un clamoroso dietro-front
sull’altare, scappa di casa. Passa del tempo e George, in gran segreto,
organizza il matrimonio di Abdul (Raji James) e di Tarik (Jimi Mistry) con le
figlie di un macellaio. I due ragazzi, perfettamente integrati nel tessuto
sociale, flirtano con ragazze inglesi e non hanno nessuna voglia di piegare la
testa al suo volere ma finiscono per cedere e non battono ciglio quando scoprono
che le loro future spose sono due bruttissimi rospi. La futura suocera è però
odiosa, arrogante e criticona ed Ella, dopo aver assorbito in silenzio i suoi
affondi, sbotta e, dopo avergliene cantate quattro, la caccia di casa.
Il matrimonio va all’aria e George, offeso, per il comportamento della
moglie, reagisce, picchiandola. Ma i figli fanno quadrato intorno a lei e solo
allora George comprende che non può più gestire la vita dei figli, maltrattare
la moglie ed imporre le sue decisioni in famiglia.
Commediola agro-dolce, dal
ritmo fresco e vivace, ambientata negli Anni Settanta, che mette in scena il
difficile processo d’integrazione degli emigrati pakistani di prima generazione
sul suolo britannico. Il burbero George, soprannominato dai figli Gengis Khan,
giunto a Manchester negli Anni Trenta, è descritto come un uomo di altri tempi
ed educato al rigido rispetto delle leggi secolari che regolano il paese natio
ed incapace di comprendere che in quegli anni nel Regno Unito è scoppiata la
rivoluzione sessuale e che nelle discoteche impazza la musica beat. Fedele
custode della tradizione, fa circoncidere il più piccolo dei suoi figli,
conserva come delle reliquie i vestiti tradizionali pakistani da
indossare nei matrimoni e dopo il rifiuto di Nazir di sposare la donna
che gli era stata data in moglie, toglie il suo ritratto che campeggiava, in
salotto, insieme agli altri figli. Il regista non vuole lambire i territori del
dramma e, con freschezza ed un tono scanzonato, fa spudoratamente il tifo per i
figli che finiscono per rimanere nel guado, rifiutati dalla cultura britannica
in quanto immigrati ed isolati dai loro compatrioti. Tratto dall’omonima piece
di Ayub Khan
.Din.