E la mano tremò
La poesia, è da sempre,
luogo per eccellenza dei ricordi, della memoria e della nostalgia. Forma
primitiva ma anche regressiva della mente (quale adolescente non ha mai scritto,
in vita sua, almeno un paio di poesie?) ai giorni nostri, sembra essere
considerata una forma artistica desueta e caduta, quasi, nell’oblio. Ritenuta
dai più, appannaggio di anime solitarie ed in pena, è una forma artistica
insostituibile, utile non solo come ristoro e rifugio narcisistico per chi
scrive, ma soprattutto come spazio di riflessione per ogni lettore. “E
per un istante la mano tremò” (Guida Editore pag. 147 , Euro 10,00) è il titolo
della raccolta di Luigi Finelli. “Basta un soffio”, “Anima stanca”,
“Silenzio”, “Calma”, “Oblio”, “Un alba sorgente”, “Riflessi”; questi sono alcuni
dei titoli delle poesie contenute nel volume. L’autore si disvela, mettendo a
nudo l’anima ed il cuore e, non a caso, Paul Eluard e Fernando Pessoa fanno
capolino, qua e là, nel testo. Accompagnano il volume le belle
illustrazioni grafiche, a cura del maestro Salvatore Cimurro, e le intense e
partecipi presentazioni ad opera di Luca De Filippo e di Sandro Compagnone.
Che la passione per la metrica e sia
un’antica passione di Finelli, lo dimostra il fatto che l’autore, aveva già
pubblicato nel 2002 un’altra raccolta di versi dal titolo “Poco più che parole”
(Guida Editore) che aveva ottenuto
L’Articolo – Redazione napoletana de
L’Unità – 12 – 4- 2005