Drive
Meccanico in una piccola officina e stuntman per il
cinema di Hollywood, il taciturno e risoluto (Ryan Gosling) non
disdegna di arrotondare lo stipendio come driver per azioni criminose. La sua
bravura come pilota sta per essere premiata ed un tipo si offre di
sponsorizzarlo e di farlo correre in circuiti professionistici. Il driver
s’imbatte però nella spaesata e smarrita Irene (Carey Mulligan),
una vicina di casa, madre del piccolo Benicio (Kaden
Leos) ed innamoratosi di lei a prima vista, inizia a prendersi
cura di lei e del bambino. E quando Standard (Oscar Isaac), il marito di lei, un
povero diavolo appena uscito dal carcere, viene ricattato da una banda, il
driver si offre di aiutarlo e si propone come autista di una rapina. Ma non
tutte le ciambelle riescono con il buco ed il temerario autista dovrà fare i
conti con Nino, un mafioso senza scrupoli e con dei suoi spietati compari. Il
talentuoso regista danese Nicolas Winding Refn
mette in scena l’omonimo romanzo di James Sallis
Drive, e sembra ancora una volta dar ragione ad
Hitchcock quando
affermava che lo spettatore al cinema fa sempre il tifo che chi è dalla parte
del Male, un fatto, secondo lui da catalogare sotto l’etichetta: “speriamo che
il cattivo ce la faccia” perché dentro tutti noi c’è l’undicesimo comandamento
che ci strizza l’occhio: “Tu non ti farai beccare”. E’ quello che accade nel
corso della visione di questo film elettrico ed adrenalinico che strizza
l’occhio al post-noir e che mescola azione e un pizzico di romanticismo. Sin
dalle prima battute non ci si può non schierare al fianco del tenero
protagonista dal cuore d’oro, cavaliere dall’armatura luccicante che, con quel
suo faccino acqua e sapone riesce a depurare l’efferata violenza di cui è
imbevuta l’intera vicenda. Gosling è perfetto nel suo ruolo e la diafana
Mulligan gli fa da perfetto contro-altare.