Doppia personalità (Raising cain)

di Brian De Palma

con John Litgow, Lolita Davidovich, Steven Bauer, Frances Sternhagen- 95’,USA 1992

 

Il dottor Nix, luminare che dirigeva una clinica alla periferia di Oslo sotto inchiesta per i suoi esperimenti sui bambini, è ormai creduto morto. Suo figlio, lo psicologo Carter Nix ha proseguito le sue ricerche ed è un impeccabile padre di famiglia; peccato che in lui albergano il mite e timido Carter e lo spavaldo, sfrontato, aggressivo e violento Cain. Jenny sua moglie, segretamente innamorata di Jack, è sempre più preoccupata per gli studi che il marito sta conducendo su Amy, la loro figlioletta. Essi ricalcano quelli effettuati dal luciferino Nix, che è ancora vivo ed ha bisogno di materiale per i suoi esperimenti. Carter rapisce Sam, il figlio di una sua amica, uccide la madre e quando scopre il tradimento della moglie, tenta invano di ammazzarla. In breve tempo scompaiono una babysitter e tre bambini, ma la polizia è ormai sulle tracce di Cain e di suo padre.

Non bastano gli omaggi ad Hitchock ed a L’occhio che uccide di Powell. Troppo scontato il ricorso delle personalità multiple che, nel corso del film, da due passano a quattro, grazie all’ingresso in scena di Josh e dell’enigmatica Margo. De Palma ricorre ad un po’ di mestiere lasciando che il povero Carter si muova come un automa sullo schermo ed accetti troppo passivamente le farneticanti imposizioni del padre, la cui entrata in scena, nel convulso finale, non fa che rendere ancora più cervellotica la trama.

Il regista non regala al complessato Carter un minimo di ripiegamento interno e la comparsa sulla scena del violento Cain, troppo asettica e meccanica, sembra più un banale espediente narrativo per dare un po’ di brivido ad una pellicola priva di appeal. De Palma ricorre ad una banale caratterizzazione e per distinguere il timido ed impacciato Carter dal cinico, violento ed aggressivo Cain, lascia che questo ultimo compaia sulla scena sempre con un impermeabile sgualcito, degli occhiali neri ed un sorriso sardonico e beffardo stampato perennemente in volto

 

 

Stralcio da “Vero come una finzione” Springer Editore – 2009 di Matteo Balestrieri, Stefano Caracciolo, Riccardo Dalle Luche, Paolo Iazzetta, Ignazio Senatore

 

 

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