Doppia personalità
(Raising cain)
di Brian De Palma
con John Litgow, Lolita Davidovich,
Steven Bauer, Frances Sternhagen-
Il dottor Nix, luminare che dirigeva una
clinica alla periferia di Oslo sotto inchiesta per i suoi esperimenti sui
bambini, è ormai creduto morto. Suo figlio, lo psicologo Carter Nix ha
proseguito le sue ricerche ed è un impeccabile padre di famiglia; peccato che in
lui albergano il mite e timido Carter e lo spavaldo, sfrontato, aggressivo e
violento Cain. Jenny sua moglie, segretamente innamorata di Jack, è sempre più
preoccupata per gli studi che il marito sta conducendo su Amy, la loro
figlioletta. Essi ricalcano quelli effettuati dal luciferino Nix, che è ancora
vivo ed ha bisogno di materiale per i suoi esperimenti. Carter rapisce Sam, il
figlio di una sua amica, uccide la madre e quando scopre il tradimento della
moglie, tenta invano di ammazzarla. In breve tempo scompaiono una babysitter e
tre bambini, ma la polizia è ormai sulle tracce di Cain e di suo padre.
Non bastano gli omaggi ad Hitchock ed a
L’occhio che uccide di Powell.
Troppo scontato il ricorso delle personalità multiple che, nel corso del
film, da due passano a quattro, grazie all’ingresso in scena di Josh e
dell’enigmatica Margo. De Palma ricorre ad un po’ di mestiere lasciando che il
povero Carter si muova come un automa sullo schermo ed accetti troppo
passivamente le farneticanti imposizioni del padre, la cui entrata in scena, nel
convulso finale, non fa che rendere ancora più cervellotica la trama.
Il regista non regala al complessato
Carter un minimo di ripiegamento interno e la comparsa sulla scena del violento
Cain, troppo asettica e meccanica, sembra più un banale espediente narrativo per
dare un po’ di brivido ad una pellicola priva di appeal. De Palma ricorre ad una
banale caratterizzazione e per distinguere il timido ed impacciato Carter dal
cinico, violento ed aggressivo Cain, lascia che questo ultimo compaia sulla
scena sempre con un impermeabile sgualcito, degli occhiali neri ed un sorriso
sardonico e beffardo stampato perennemente in volto
Stralcio da “Vero come una finzione” Springer Editore – 2009 di Matteo Balestrieri, Stefano Caracciolo, Riccardo Dalle Luche, Paolo Iazzetta, Ignazio Senatore