Il demonio
di
Brunello Rondi con Daliah Lavi, Frank Wolff, Giovanni Cristofarelli - Italia – 1963 – Durata 100’ – B/N – V.M 18
Purif (Daliah
Lavi) giovane contadina lucana ama alla follia Antonio (Frank Wolff) ma l’uomo è
sul punto di sposare un’altra donna. Purif non riesce a celare la propria
delusione ma non si perde d’animo e, con uno stratagemma,
riesce a fagli bere una fattura che aveva preparato mischiando qualche
goccia del proprio sangue ad una ciocca di capelli. Ma Antonio si sposa e Purif
è disperata. Dopo essere stata
violentata da un pastore la sua mente vacilla sempre più. I familiari
di Purif, sempre più allarmati, si rivolgono, invano, ad un esorcista e poi a
Padre Tommaso (Giovanni Cristofarelli). Nel corso “dell'incantesimo della
pioggia”, una cerimonia contadina propiziatoria per il raccolto, Purif è
allontanata perché ritenuta una strega e, successivamente, i compaesani provano
ad appiccare il fuoco alla sua casa. Suo padre riesce a nasconderla e la
rinchiude in un convento dove è vessata e maltrattata dalle suore e dal quale
lei scappa dopo poco. Antonio, sempre più convinto, di essere vittima della
fattura di Purif, in occasione del "rogo delle streghe", dopo aver fatto l’amore
con lei, l’uccide.
Il film ha un taglio un po’
troppo documentaristico ma è uno straordinario spaccato sulla vita rurale del
Mezzogiorno, sulle ataviche superstizioni del mondo contadino e sull’ottusità e
l’arretratezza di un certo mondo religioso. Rondi si avvale della consulenza del
grande antropologo e studioso del sacro
Ernesto De Martino e descrive Purif come una creatura dannata non
invasa dal demonio ma dall’amore che nutre per Antonio.
Il regista ci mostra, con dei dettagli le primitive reazioni dei
contadini che, avendola considerata schiava di Satana la sottopongono ad una
serie di inutili esorcismi; un contadino la fa sdraiare su una pelle di pecora e
poi le fa un segno magico sulla spalle; Padre Tommaso la benedice e, dopo aver
pronunciato qualche frase in latino, ordina a Satana di abbandonare il suo
corpo. Da segnalare la scena di Purif che, dopo essere stata benedetta in
chiesa, si dimena come una tarantolata ed ha, come da manuale, una chiara
conversione isterica.
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