Il sottile filo che
unisce crimine e delirio
Oggi l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario
di Aversa ospiterà il Convegno dal tema: “Crimine e delirio”. A discutere
sull’affascinante tema alcuni tra i più accreditati psichiatri, criminologi e
psichiatria forensi italiani: Romolo Rossi, Giancarlo Nivoli, Francesco Bruno,
Isabella Merzagora, Vincenzo Mastronardi. Promotore del convegno il vulcanico
direttore, il dottor Adolfo Ferraro.
“Questo evento si ripete ormai da anni e
sono fiero del fatto che si è giunti già all’ottava edizione. Se in passato ho
proposto (tra gli altri) temi incentrati sulla violenza, sul rapporto tra
vittime e carnefici e sulla “pericolosità sociale e società pericolosa”, questo
anno ho chiesto ai relatori di analizzare i rapporti che legano il crimine al
delirio. Sono previsti, infatti, degli interventi che cercheranno di
approfondire in che modo il delirio mistico, quello di onnipotenza e quello
schizofrenico possano mettere in moto un atto criminoso.”
Un occasione da non perdere, quindi,
anche perché l’evento va riletto, non solo come un’occasione di analisi ed
approfondimento scientifico per gli addetti ai lavori, ma va inquadrato
all’interno di un operazione culturale e sociologica di più vasto respiro che lo
stesso Ferraro sta proponendo sul territorio da quando è diventato direttore
dell’Istituto.
“Il convegno va legato ad un progetto di
trasformazione di un luogo (l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario) che non deve
essere più riletto come uno spazio adibito alla contenzione ed alla reclusione
dei malati ma come un laboratorio di progetti socio-culturali aperti
all’esterno. Sono passati degli anni da quando, nei primi Anni Settanta, Marina
Valcarenghi contestava i manicomi giudiziari e dava inizio (in un certo modo) a
quel processo di trasformazione politica e sociale che è stata la Legge 180. E’
pur vero che gli “internati”, pur non vivendo oggi, nel clima “custodialistico”
e repressivo di un tempo, sono
ancora oggi privati di alcuni diritti fondamentali. Il detenuto carcerario sa di
dover scontare una pena che ha un termine preciso, quello definito dal
legislatore; l’internato in un O.P.G non ha questo beneficio e non sa quanto
tempo dovrà rimanere recluso. Il “vizio”, in questo caso è nella legislazione ed
in quella definizione un po’ oscura che è il concetto di “pericolosità sociale.”
Il recluso, infine, costa allo Stato, cento euro al giorno. Ne costerebbe di più
se fosse affidato ad una struttura protetta. Rispetto al passato c’è, però, da
sottolineare come l’internato possa oggi essere inserito in progetti terapeutici
e frequentare così laboratori di ceramica, di musicoterapia, di psicodramma e
della cosiddetta “area verde.”
Nonostante una serie di contraddizioni e
di snodi ancora irrisolti, in questi ultimi decenni
(grazie anche al vento “rivoluzionario” della Legge 180) qualcosa è,
quindi, cambiato nella gestione terapeutica dell’internato. Ed è pur vero che ,
nell’immaginario collettivo, il “folle”, il “matto da legare” è
più “accettato” all’interno del tessuto della società.
“Da
alcuni anni stiamo facendo dei protocolli d’intesa con i Servizi Territoriali di
provenienza del soggetto ricoverato. Sono gli stessi operatori dei Sevizi che
vengono nel nostro OPG, da tutte le parti d’Italia, per prendere contatto con il
“detenuto” ed proviamo insieme a programmare un suo lento re-inserimento nel
tessuto sociale di appartenenza. La strada è, naturalmente, tutta in salita e
non è facile trovare sempre delle soluzioni ai problemi ma stiamo, man mano,
lavorando affinché si crei una cultura sempre più condivisa intorno a questo
progetto.”
Il discorso scivola “inevitabilmente”
sui motivi che hanno determinato la “restrizione forzata”
dei ricoverati. Ed è sorprendente scoprire che solo una minima parte dei
reclusi è internata per omicidio (meno del 10%) e che la maggioranza di essi è
ricoverata per danni alla persona (estorsioni, violenze familiari, oltraggi).
Il dottor Adolfo Ferraro aprirà i lavori
del Convegno stamani nelle sale dell’OPG “Filippo Saporito” di Aversa . Il Prof.
Mario Maj farà da chairman per i
lavori del mattino ed il Dott. Salvatore De Feo per quelli del pomeriggio. I
lavori proseguiranno anche la mattina di domani.
L'Articolo- Redazione
napoletana del "L'Unità" - 3-12-2004