Death door. La porta dell'inferno (Rippper 2 Letter from within)

di Jonas Quastel e Lloyd A. Simand con Erin Karpluk, Richard Bremmer, Nicholas Irons - G.B – 2004 – Durata 89’

 

La giovane Molly Keller (Erin Karpluk) ossessionata dall’idea di vivere a Londra nel 1888, ai tempi di Jack lo Squartatore, è ricoverata da tempo in manicomio. Lo psichiatra che l’ha in cura, dopo averla sottoposta senza successo ad ESKterapia, avendo preso atto che nessuna cura farmacologica da l’esito sperato, le suggerisce di sottoporsi ad un esperimento pilota, basato sull’uso della realtà virtuale che il dottor Samuel Wiesser (Richard Bremmer) conduce nella sua clinica/castello a Praga. In quella struttura Molly incontra altri ricoverati che provengono tutti da galere e da istituti psichiatrici sottoposti allo stesso programma sperimentale; Juliette una ragazza con forti tendenze sadiche; Sally, affetta da incontrollabili attacchi di rabbia;  Robert, una montagna umana che si è macchiato in passato di diversi delitti; Grant, un pervertito, Lara una piromane ed Erich (Nicholas Irons) un’anima sensibile ma inquieta. Ben presto i pazienti cadono sotto i colpi di un misterioso assassino. Un finale prevedibile chiude la vicenda.

I registi mescolano l’horror, il fantasy e l’erotico ma la contaminazione di questi tre generi non da i frutti  sperati. L’inizio sembra promettente e l’idea di curare la mente malata di Molly con la realtà virtuale è stuzzicante. Ben presto si intuisce che Wiesser è una persona disturbata al punto che accompagna i pazienti a visitare un museo dedicato agli antichi strumenti di tortura. La sua cura si basa su dei fantomatici programmi di simulazione ma, dopo qualche battuta, si intuisce che la terapia fa acqua da tutte le parti. Nel corso della vicenda i pazienti muoiono come mosche vittime delle fantasie omicide di Molly che, identificandosi con Jack lo Squartatore., materializza i propri istinti sadici e violenti. Nella parte centrale il film vira improvvisamente nell’erotico e mostra delle scene dal sapore sadomaso, ambientate in una cupa e tenebrosa discoteca di Praga. Da segnalare il commento del dottor Weisser che rivolgendosi a Molly nelle prime battute del trattamento, le dirà: “Il tuo subconscio è il benvenuto. Durante la prima seduta faccio in modo che la mente dei miei pazienti vaghino dove vogliono. E’ un ottimo sistema per capire le loro psicosi. Ed a giudicare dalle tue, abbiamo molto lavoro da fare.”

 

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