“Donnie darko”: un
film fenomeno, simbolo del nascente disagio giovanile
Proiettato negli States nel 2001, esce
oggi nelle sale “Donnie darko”, il film cult dell’anno. Come è noto, con il
termine “cult”, si definisce, una pellicola di controtendenza che, dopo aver
fatto flop al botteghino ed essere passata sotto silenzio da parte della critica
ufficiale, rivive nuove e folgoranti stagioni, grazie al passaparola di alcuni
fedelissimi fans. Generalmente per diventare oggetto di culto il film deve
possedere in sé delle caratteristiche specifiche (deve essere confezionato da
una produzione indipendente, fotografare un epoca e/o
anticipare un’altra, interpretare un
nascente disagio giovanile, utilizzare linguaggi ed espressività artistiche
rifiutati da un certo tipo di cultura dominante, mettere in scena incubi ed
ossessioni di una certa generazione).
“Donnie darko”, opera dell’allora
ventiseienne regista esordiente Richard Kelly, sembra racchiudere in sé tutte
queste incredibili caratteristiche.
Come è noto la storia narra di un
giovane psicotico (Jake Gyllenhall) che il 2 ottobre 1988 allucina Frank, un
grande coniglio verde che gli preannuncia l’imminente fine del mondo. Il ragazzo
si imbottisce di psicofarmaci ed in preda alle sue proiezioni deliranti, nel
corso del film, esplode in atteggiamenti sempre più violenti ed antisociali,
fino ad incendiare ed allagare abitazioni.
Il film sembra invaso da atmosfere
sognanti, inquietanti, irreali ed intessuto da un linguaggio senza peli sulla
lingua ed originale. Lo stile che lo attraversa può essere definito un mix di
generi (dal dark, al fantasy, al thriller , all’horror) e sembra essersi
ispirato alle ambientazioni alla David Lynch e John Carpenter ed arricchito con
citazioni tratte da Stephen King e Philip K. Dick. Un ottimo cast di attori (tra
cui spiccano Drew Barrymore, Patrick Swayze,Katharine
Ross e Mary Mc Donnell) ed una sincopata colonna sonora fanno il resto.
Dopo il passaparola giovanile in rete e
l’uscita in America del film in DVD, Donnie darko” esce nelle sale italiane, in
un edizione arricchita di circa venti minuti e con qualche nuovo effetto visivo.
Ed è già la solita polemica. Gli
immancabili benpensanti locali hanno (addirittura) collegato la visione del film
con i recenti episodi di vandalismo messi in atto dai giovani “teppisti” della
Scuola Parini a Milano. In coro, gruppi di genitori “illuminati” e i paladini
dell’ordine e della disciplina sono insorti per bloccare l’uscita del film.
La solita stupida storia, insomma. Chi
non ricorda gli stessi infantili ed ottusi clamori per l’uscita nelle sale di
pellicole come “L’esorcista”, “Arancia
meccanica” e “Natural born killer”?
Seppure con le motivazioni più disparate
e diverse tra loro, c’è sempre chi non resiste alla tentazione di bruciare in
piazza pellicole e libri (“Faherenheit 451” docet) . Storia vecchia e poco
originale insomma e che risale al vecchio Millennio.
Nel 1927, dopo la proiezione del film
“London after midnight” , un uomo a Londra strangolò la fidanzata in un parco.
In tribunale la sua difesa si basò sul fatto che l’uomo aveva visto il film ed
era rimasto impressionato dal trucco del suo protagonista, Lou Chaney.
In tempi più recenti, dopo la visione
del film “Psyco” un padre accusò Hitchcock di aver causato degli irreparabili
danni psicologici alla figlia che, a suo dire, non era più in grado di
insaponarsi sotto una doccia. La risposta del grande Maestro del brivido, fu
(come al solito) tagliente e lapidaria: “Ed allora fatela lavare a secco”.
L'Articolo- Redazione napoletana del "L'Unità" - 26-11-2004