di Alberto Avallone
con Antonio Casale, Osvaldo Ruggiri, Walter Fabrizio, Maria Pia Luzi-
Dopo aver combattuto in Vietnam, Dick
Valenti e William Cole, due giovani marine americani sono inviati nella base
militare di Berlino. Grazie all'aiuto di un'organizzazione pacifista i due si
rifugiano a Copenaghen dove fingono di essere degli studenti. A corto di
quattrini, Dick raggranella qualcosa lavorando come fotomodello per dei fumetti
pornografici; William sta male ed è sommerso da deliri e da allucinazioni
uditive che lo riportano con la mente alle drammatiche esperienze vissute in
guerra. Max, uno psichiatra scaltro ed arrivista, lo prende in cura ma William,
sempre più sommerso dalla proprie allucinazioni finisce per confondere Ulla, la
moglie di Max, per sua sorella Katie, alla quale era legato da un affetto
velatamente incestuoso. La vicenda si chiude con un finale, cupo e disperato.
Sin dalle prime battute il regista
mostra gli effetti devastanti della guerra su due reduci del Vietnam e lascia
che la follia di William, dapprima più sottotraccia e controllata, deflagri nel
finale. Willliam è descritto come una persona fragile, insicura ed dipendente
dall’amico Dick. (…) Max è descritto come uno psichiatra algido e distante che
non prescrive a William nessun psicofarmaco, né lo sottopone a dei test o a
delle indagini cliniche. La tenera ed affettuosa Ulla è l’unica che accudisce
William e si prende cura di lui e funge da suo unico punto di riferimento
affettivo. Avallone lascia chiaramente intendere che la mente di William è
andata in frantumi per aver assistito, in guerra a delle scene d’inaudita
violenza e per rinforzare questa tesi inserisce, nel corso della narrazione, dei
flashback che ripropongono le incursioni nei villaggi vietnamiti ad opera dei
soldati americani che uccidono e torturano senza pietà donne e bambini.