“Cuore sacro” di Ferzan Ozpetek - Italia- 2005

 

Irene Ravelli (Barbora Bobulova) è una ricca imprenditrice di successo. Come ogni donna in carriera è il classico squalo che antepone i profitti dell’azienda alle emozioni e agli affetti. L’incontro con Benny ( Camille Dugay Comencini) una ”piccola ladra”, spontanea e piena di vita, cambierà completamente la sua vita. Impatterà, infatti, con un mondo (quello dei clochard e dei “nuovi poveri”) fino ad allora sconosciuto e negato che le sconquasserà l’anima e la mente.

Reduce dai successi de “Le fate ignoranti” e La finestra di fronte”, Ozpetek mostra grande coraggio nell’affrontare un tema (la spiritualità laica) così difficile e complesso e lo coniuga con il suo modo di fare cinema che non è né “politico”, né “militante”. La pellicola è toccante, sincera ed è di quelle che ti scavano profondamente dentro. Anche se nel film trova spazio padre Carras (Massimo Poggio) un giovane prete cattolico, lo sguardo del film non è “religioso” e va iscritto in quell’area più vasta e diffusa del sacro.

Più che la storia di una conversione laica di una ricca imprenditrice, il film racconta di una donna sola, senza amici e con un matrimonio fallimentare alle spalle che non ha mai conosciuto la propria madre (morte forse suicida) di cui non conserva né una foto, né un ricordo. Il ritorno al palazzetto di famiglia, abbandonato, le permetterà di riparare le falle della sua memoria. Bobulova si muove sullo schermo come un uccellino spaventato e, pur offrendo una prova convincente, sembra sommersa da una storia più grande di lei. Lisa Gastoni (nella parte della perfida zia Eleonora) ed Erica Blanc giganteggiano sullo schermo. Ipertrofica e troppo trionfale la colonna sonora di Guerra. Citazioni da “Europa 51 di Rossellini, Teorema” di Pasolini, “Io la conoscevo bene” di Pietrangeli. Camei per Elisabetta Pozzi e Michela Cescon. Dedicato agli “sgusciati”.

 

L'Articolo- Redazione napoletana del "L'Unità" - 03-03-2005

 

  

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