La cuoca del presidente

 

Immaginate un regista italiano che decidesse di fare un film sulla cuoca di uno dei nostri ex presidenti della Repubblica. Credo che nessun spettatore accorrerebbe in sala per conoscere quali erano i gusti culinari di Antonio Segni, Giovanni Leone o Oscar Luigi Scalfaro. Ma si sa, ai francesi è permesso tutto ed al regista Christian Vincent va il merito di aver romanzato sullo schermo la storia di Danièle Delpeuch, cuoca finissima, chiamata nel 1986 all'Eliseo per deliziare il palato di François Mitterrand. Nella finzione scenica l’impeccabile Catherine Frot interpreta Hortense Laborie, chef materna e silenziosa che, grazie al suo magico tocco, cucinando del brasato, del cavolo farcito al salmone di Scozia e carote della Loira, dei risotti alla trombetta e dei filetti d’anatra, riesce a far  ritrovare all’anziano presidente il sapore delle cose semplici di un tempo.

Il regista inframmezza la vicenda con delle scene ambientate nell’Antartide, dove Hortense Laborie gestisce un piccolo ristorante sul mare, e questo saltellare tra le cucine dell’Eliseo e quelle della gelida e sperduta isoletta finisce per togliere brio ad una pellicola che si lascia gustare ma non fa venire l’acquolina in bocca allo spettatore.

 

Recensione pubblicata su Segno Cinema N 183 sett-2013

 

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