Crystalbrain. L’uomo dal cervello di cristallo

 

di Juan Logar con Simon Andrei, Eduardo Fajardo, Silvia Dionisio – Italia – 1970 – Durata 85’ – V.M 14

 

Ginetto Lamberti (Simon Andreu) vuole rientrare in Italia dalla sua fidanzata Mariella (Silvia Dionisio) e per raggranellare dei soldi nasconde un grosso quantitativo di diamanti in una nave ma è freddato da una banda rivale. Il suo cervello è trapiantato a Sir Cliffton (Eduardo Fajardo) giudice stimato e di chiara fama, a cui era stato diagnosticato un male incurabile. L’identità di Ginetto prende sempre più il sopravvento su Sir Cliffon che, sempre più nervoso ed irritabile, decide di scoprire chi ha macchinato contro di lui. Cliffton ritorna in Italia per rivedere la sua amata Mariella e, sempre più instabile, psicologicamente, confessa alla donna di essere Ginetto. Dopo una serie di colpi di scena è freddato dal chirurgo responsabile dell’operazione.

Logar spreca una grande occasione e dilapida un’idea (non originale) ma che, in ogni caso, avrebbe meritato certamente migliore fortuna. Indeciso se impaginare un giallo o un film d’azione, dopo un avvio intrigante, il regista disperde la narrazione con troppi colpi di scena, spezzettandola con le scene in flashback che mostrano come Ginetto e Mariella, un tempo, si amavano felici. In maniera scolastica Logar contrappone a Ginetto, un biscazziere da quattro soldi, il serafico de elegante giudice inglese che prova a dipanare una matassa fin troppo ingarbugliata per lui. Il film si chiude con questa citazione di Tagore nei titoli di coda: “L’onda viene, l’onda va. La vita molto spesso non è una vita. La vita e la morte sono due momenti di una stessa vicenda”.

 

 

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