Copkiller di Roberto Faenza -1983
A New York, un serial killer, uccide con un coltello
da cucina i poliziotti della Squadra Narcotici, squarciandoli alla gola. La
città rumoreggia e c’è già chi crede che sia tutta colpa della corruzione che
regna sovrana tra i poliziotti. Leo (John Lydon), un
personaggio mentalmente disturbato, inizia a seguire ossessivamente il tenente
Fred O'Connor (Harvey Keitel), un duro della Squadra Narcotici
che teorizza tolleranza zero nei confronti di drogati e delinquenti ma che,
grazie ai suoi loschi traffici, in combutta con il collega Bob (Leonard Mann),
ha acquistato un lussuoso appartamento al Central Park. Leo si
reca nell’appartamento di Fred e gli confessa di essere l’autore degli efferati
omicidi. Fred crede che sia un esaltato ma, per evitare di essere smascherato,
lo sequestra e lo rinchiude nell’appartamento. In un crescendo sempre più cupo
ed allucinato, i due daranno vita ad un distruttivo e massacrante testa a
testa.Faenza
abbandona il suolo italico ed i film fortemente ideologizzati da un punto di
vista politico, e gira un thriller malsano ed asfissiante, tratto dal romanzo
The
order of death di Hugh
Fleetwod. In questa pellicola ossessiva, che assume le
connotazioni di un vero e proprio incubo claustrofobico, il regista punta sulla
disintegrazione
progressiva della normalità e lascia intendere che in un mondo così
corrotto, non ci può essere nessuna distinzione tra buoni e cattivi. Alcuni
passaggi della trama non convincono (perché Leo ha puntato Fred? Come
Per l'intervista completa a Roberto Faenza, l'antologia della critica e della critica online del film si rimanda al volume di Ignazio Senatore: "Roberto Faenza Uno scomodo regista" - 2012 -Falsopiano Editore