Constantine di Francis Lawrence – USA –
2005
“Io non copio, rubo”, osava dire
quell’insolente guascone di Pablo Picasso. Francis Lawrence non gli è da meno
nelle intenzioni, ma pecca nei risultati, che risultano decisamente inferiori.
L’esordiente regista californiano (che
si è fatto le ossa con i videoclip musicali) pesca dal mondo dei fumetti
underground (Hellblezer) e mette in scena John Constantine, un detective ideato
da quel genio di Alan Moore, divenuto oggetto di culto tra gli appassionati dei
comics.
John Constantine (Keanu Reeves) è un ex
suicida, dotato di “strani” poteri. E’in grado, infatti, di scorgere tra gli
umani quelle creature che, dietro una facciata di apparente normalità, sono
demoni o angeli. “I demoni stanno all’inferno e gli angeli in cielo, ma non è
così”,osa ripetere il coraggioso detective. Il suo compito è quello di stanare i
demoni dal corpo dei poveri soggetti invasati e rispedirli all’inferno.
Incontrerà sulla sua strada Angie (Rachel Weisz), una detective, la cui gemella
Isabelle si è suicidata dal tetto di un reparto psichiatrico perchè dotata dei
suoi stessi poteri. Nella sua discesa negli Inferi, Constantine incontrerà il
figlio del diavolo.
Il film attraversa vari generi (noir,
dark, horror, action) ma non è né sporco, né ruvido ed è (purtroppo)
pervaso dal tocco commerciale dell’industria del cinema. E seppure la pellicola
mostra, in gran spolvero, effetti speciali ed incursioni visive, frutto della
magie della computer-grafica, il risultato è, nel complesso deludente, la trama
risulta pretestuosa e confusa ed il ritmo blando e soporifero.
Francis Lawrence cita impunemente “Essi
vivono” di James Cameron ma lo spoglia del tutto della sua capacità visionaria e
del suo taglio “rivoluzionario” e politico. Da segnalare l’apparizione di Tilda
Swinton, attrice inquieta ed inquietante che interpreta Gabriele, uno strano
angelo dannato che si aggira per Los Angeles e la prova (in negativo) di Keanu
Reeves che non replica i fasti di “Matrix” e non convince nella parte del
dannato esorcista. E’ sua però la frase cult del film: “E se ti dicessi che Dio
ed il Diavolo hanno fatto una scommessa, una sorta di posta permanente sulle
anime del genere umano?”.
Recensione pubblicata su
L'Articolo- Redazione napoletana del
"L'Unità" - 13-03-2005