Periferie del mondo, periferie immaginarie

 

 

Ci sono dei festival il cui loro principale scopo è quello di attirare il maggior numero di spettatori. Non importa il tema trattato; quello che conta è il glamour degli ospiti invitati e quanti più i “curiosi” abbagliati dalla manifestazione. C’è chi sceglie, invece, dei percorsi più accidentati, rischiando un minor richiamo di pubblico ed “un’involontaria” disattenzione della stampa e degli addetti ai lavori. “Periferie del mondo, periferie immaginarie” è un festival scomodo, che disturba lo sguardo. La collocazione a Secondigliano, al “Centro Gridas”, in Via Monte Rosa, è già di per sé una chiara scelta di campo che traccia, in maniera inequivocabile l’area tematica intorno al quale si dipana l’intera manifestazione. “Periferie del mondo” si interroga e scava dentro i rapporti tra creatività e nuova marginalità sociale.  Un tempo esisteva il proletariato, fascia sociale compatta, con una propria precisa identità storica e culturale. Con il passare dei decenni, questa classe è stata sempre più assorbita nella piccola borghesia, fino a far (quasi) disperdere le tracce di sé. In una società dove i ricchi sono sempre più ricchi ed i poveri più poveri, si è fatta largo, negli ultimi decenni, una nuova e consistente fascia sociale, definita “sottoproletariato”. Ma se prima gli operai erano oggetti di culto della sinistra italiana, ed incarnavano la difesa dei valori alti (onestà, dignità, solidarietà) facilmente recintabili e condivisibili da altre classi sociali, il “sottoproletariato” si nutre, invece, oggi di miti ed ideologie che sembrano sostanzialmente autoreferenziali. “Periferie” ha cercato, quindi, di proporre una mappatura di questo fenomeno sociale, partendo proprio dai prodotti culturali (i video e le canzoni di Maria Nazionale, di Luciano Caldore e di altri neo-melodici) che questa classe è riuscita, fino ad oggi, ad elaborare. Stranamente, di fronte a questo oggetto così complesso ed articolato, sociologi, pensatori ed addetti ai lavori, non sono riusciti a fornire griglie di letture e spiegazioni adeguate.  Per chi voglia continuare ad approfondire le tematiche relative alla marginalità sociale ed alla creatività ad essa collegata, nel Centro Gridas”, saranno proiettati oggi, alle ore 16.00, per il concorso cortometraggi, opere dirette da Giovanni Meola e da Luca Penangelo. A seguire la proiezione di “Zona 167” per la regia di Alessandro Piva, regista di culto ed autore de “La capagira” e di “Mio cognato”. Successivamente verrà presentato il video degli “A67”, giovane rock-band di Scampia ed un incontro con Maurizio Braucci, i A67 e Tony Cercola. Alle ore 21.30 proiezione del film “17” diretto da Enrico Caria ed interpretato da Peppe Barra.

 

L'Articolo- Redazione napoletana del "L'Unità" - 18-03-2004

 

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