Closer di Mike Nichols
Sono tante le pellicole dirette da quel
piccolo genio della macchina da presa che è Mike Nichols.
“Il laureato”, film girato nel 1967 da
un giovanissimo Dustin Hoffman ed arricchito dalla mitica colonna sonora di
Simon e Garkunkel, è ancora oggi, a distanza di decenni, un’indimenticabile cult
movie. Lo stesso dicasi per “Comma
Nichols è sempre stato un autore
insolito nel panorama americano ed ha incentrato spesso le sue pellicole sui
disagi esistenziali che attanagliano le coppie, siano esse formate da coniugi di
mezza età o da giovani innamorati. Il suo “urlato” “Chi ha paura di Virginia
Wolf?” (1966) ed i successivi “Conoscenza carnale” (pellicola cult con
Nicholson, Bergen, Margareth e Garfunkel) del 1971 ed “Heartburn. Affari di
cuore” (1986) declinavano tutte (in maniera tra loro) le infinite sfaccettature
che si dipanano a partire dagli intrecci amorosi. Il recente “Closer” è
idealmente costruito sulla falsariga dei suoi precedenti successi. Un paio di
coppie si incontrano, si scontrano, si ritrovano, si lasciano….Come nel passato
Nichols si avvale di un cast di ottimo livello ed in “Closer” si amano e si
tradiscono Dan (Jude Law) Anna (Julia Roberts) Larry (Clive Owen) ed Alice
(Natalie Portman). La trama è, purtroppo, banale e gli snodi narrativi
prevedibili. Per dare un pizzico di sale alla trama, il vecchio Mike è costretto
a rendere più salaci i dialoghi, sfiorando in alcuni casi il buon gusto e la
caduta di stile. Jude Law se la cava con un po’ di mestiere, Julia Roberts è
sempre identica a se stessa e Clive Owen recita come un pesce lesso. La vera
sorpresa del film è l’intensa e convincente Natalie Portman, l’indimenticabile
ragazzina-compagna del cecchino “Leon” di Luc Besson. Il titolo bruttino e poco
evocativo sembra anch’esso un piccolo lapsus del regista. E se il vero titolo
fosse “Closed” e rimandasse alle ormai spente capacità visive ed alla
prosciugata vena ispiratrice del regista?
Recensione pubblicata su
L'Articolo- Redazione napoletana del
"L'Unità" - 19-12-2004