Roberto Faenza Uno scomodo regista da Cinemonitor
Un`attesa
monografia | Il nuovo
volume di Ignazio SenatoreRoberto
Faenza – Uno scomodo regista (Falsopiano,
Alessandria, 2011) è il titolo del doveroso volume che lo psichiatra e
critico cinematografico
Ignazio
Senatore ha dedicato al regista torinese. Ad
una breve e affettuosa introduzione segue una lunga intervista – che segue
l`ordine cronologico della filmografia – in cui il percorso artistico del
cineasta è passato in rassegna con puntiglio e competenza. Senza mai scadere
nel chiacchiericcio, il dialogo tra i due suscita interesse tanto per
l`amante del cinema, che si vede svelati non pochi retroscena, quanto per un
lettore più casuale. Aneddoti e curiosità si mischiano, infatti, ad
intuizioni non di rado davvero stimolanti; è il caso di una riflessione
logicamente ineccepibile di Faenza che di certo non farà la gioia dei
compositori di colonne sonore.
La riportiamo per intero: “Partendo dal presupposto che l’autore della
musica non sia solo il musicista, ma anche, se indirettamente, il regista,
si potrebbe sostenere che un’equa divisione dei diritti d’autore andrebbe
suddivisa tra i due. Arrivando all’estremo di una sorta di co-autorialità.
Del resto, perché nessun altro collaboratore-autore del film, dallo
scenografo al direttore della fotografia al costumista non campano i diritti
esclusivi al pari del musicista? Capisco che il ragionamento risulta
inaccettabile ai musicisti e ai loro editori. Ma un tempo anche il sole si
credeva girasse attorno alla terra e non viceversa. Chissà che un giorno…”.
(pag. 54).
Trecentosettanta pagine su un corpus di pellicole tra loro molto
diverse per toni e generi. Dai furenti esordi di Escalation o del
censuratissimo e rarissimo H2S – che Senatore è riuscito a scovare,
beato lui... – ad un film spartiacque come Forza Italia!,
dall`americano Copkiller all`elegante Mio caro dottor Grasler,
dagli ormai classici Jona che visse nella balena e Sostiene
Pereira ai bellissimi Prendimi l`anima e Alla luce del
sole fino a I vicerè e Silvio Forever, da oltre un
quarantennio, Faenza si dimostra autore di un percorso capace di sfuggire a
qualsiasi etichetta, oltremodo libero nella sua volontà di non seguire le
mode, sempre a cavallo tra più sensibilità e ispirazioni, linguaggi e
metodi. Nelle parole dello psichiatra, si tratterebbe di “un cineasta
più amato dalle donne che dagli uomini, un regista che procede a zig zag e
in qualche modo “imperfetto”.
Per ogni pellicola, la seconda parte del volume presenta una schedina cast &
credits che avrebbe potuto essere più completa, una breve sinossi, uno
specchietto di “frasi cult”, più un`interessante antologia di recensioni,
estrapolate da quotidiani, riviste specializzate e siti web. Chiude il
volume la pubblicazione per intero di quel "Diario americano" che i nostri
lettori già conoscono. Durante la preparazione e le riprese di Un giorno
questo dolore ti sarà utile, girato a New York da ferragosto ad ottobre
2010, Faenza ha tenuto un vispo resoconto dell`esperienza americana, tra
difficoltà e soddisfazioni, in cui emerge tutto l`amore per il suo mestiere.
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