Che fine ha fatto Osama Bin Laden?
(Where
in the World Is Osama Bin Laden?)
di Morgan Spurlock con Morgan Spurlock
Dopo averci deliziato con il suo divertente Super size me, feroce pamphlet contro la dannosa e squilibrata alimentazione jankee, a base di patatine, hamburger ed hot dog, il bizzarro e geniale Spurlock alza il tiro e lancia i suoi strali contro la dissennata, dispendiosa ed improduttiva politica estera americana. Il docu-film si apre con la notizia della futura nascita di suo figlio che lo spinge, in nome di un domani senza guerre ed attentati, ad intraprendere un viaggio nei paesi del Medio Oriente ed a porre agli increduli interlocutori la disarmante domanda: “Scusi, sa dov’è Osama Bin Laden?”.
Nel suo girovagare tra Egitto, Marocco, Israele, Territori palestinesi, Giordania, Arabia Saudita, Afghanistan e Pakistan, Spurlock intervista abitanti del luogo, giornalisti, esponenti del mondo musulmano e scopre che l’America, in tutti questi anni, non solo ha speso, invano, miliardi di dollari in nome della lotta al terrorismo ma che, grazie alla sua politica imperialista, lo ha praticamente alimentato e fomentato. Dalle interviste emerge, infatti, come il governo americano abbia appoggiato per decenni governi retti da dittatori, criminali e “mascalzoni”, come Mubarak, Saddam Hussein, lo Scià di Persia che hanno impedito nei loro paesi lo sviluppo della democrazia e scatenato, per reazione, la nascita del terrorismo.
Spurlock sa dosare con intelligenza ironia e sarcasmo, fino a trasformare il suo viaggio folle e spericolato come un avvincente film d’avventura ed introduce qualche brano d’animazione che mostra un virtuale combattimento tra lui e Bin Laden. Il documentarista yankee sembra non voler sposare nessuna tesi precostituita e descrive i musulmani non come dei fanatici assetati di sangue ma come delle vittime costrette a vivere nella povertà ed a subire una guerra che, probabilmente, non avrà mai fine. Forse l’unico neo del docu-film è nell’eccessiva prudenza con la quale il regista ha trattato la drammatica questione palestinese. Spurlock, con coraggio, ci mostra però gli ebrei ortodossi, con tanto di treccine e di cappellaccio nero, che (guarda caso) sono le uniche persone che si sottraggono alle interviste.
Recensione pubblicata su Segno Cinema - N. 171 Settembre - Ottobre 2011