Sergio Castellitto al Napoli Film Festival
Sarà Paolo Virzì l’ospite
d’onore oggi al NapoliFilmFestival. Il regista livornese incontrerà il pubblico
per gli “incontri ravvicinati” stasera alle 21.30 prima della proiezione del suo
fortunato “Ferie d’agosto”. Ieri, invece, è toccato a Sergio Castelletto
calamitare l’attenzione degli appassionati cinefili napoletani. Reduce dalla
magnifica interpretazione ne “Il regista di matrimoni” di Marco Bellocchio,
Castellitto ha sottolineato il forte legame affettivo che lo lega alla nostra
città. “Ho un rapporto meraviglioso con Napoli e non dimenticherò mai una
mia apparizione nel film “O carcerato” di Alfonso Brescia con Mario Merola nelle
vesti del protagonista. Dovevo camminare lungo un tunnel di un carcere e giunto
al fondo, dopo aver incontrato Mario Merola, dovevo dire la mia battuta. Al
tempo frequentavo ancora l’Accademia ed ero molto eccitato. Quando girarono la
scena, come da copione Merola mi dice: Che vuò” ed io, emozionatissimo, andai
talmente nel pallone che mi dimenticai la battuta. Sono poi ritornato in
Costiera per il film “Hotel Paura” di Renato De Maria ed ogni qual volta andavo
in vacanza a Salina, facevo tappa a Napoli per mangiarmi un paio di
sfogliatelle. Ricordo infine, con grande tenerezza una serata passata a Napoli
con Giorgio Gaber. Eravamo entrambi impegnati nel film “Rossini, Rossini” di
Monicelli e la passammo a chiacchierare sulle bellezze di questa città.”
Amatissimo in Francia (non a caso il NapoliFilm Festival gli ha dedicato una
piccola retrospettiva dei film che ha interpretato Oltralpe) Castellitto è uno
dei pochissimi attori ha lavorato con più generazioni di cineasti italiani; dai
“vecchi” Monicelli, Scola, Ferreri, Bellocchio ai “giovani” Muccino, Virzì,
Tornatore. Il segreto del suo successo? Non solo la sua instancabile ricerca a
sottrarre: “Sono io stesso che chiedo ai registi di abolire della battute nei
film”, ma soprattutto come utilizza in scena il proprio corpo “Quando ho
interpretato Coppi la mia attenzione maggiore era nel poter rendere l’idea di
Coppi mentre era in bicicletta; quando vestivo i panni di Padre Pio e di Don
Dilani la cura maggiore per me era quella di saper dosare i gesti della
sacralità” Sarà sugli schermi ad ottobre con l’ultimo film di Amelio, tratto da
un romanzo di Mimì Rea.
Corriere del Mezzogiorno - Redazione napoletana de Il Corriere della Sera - 9 giugno 2006