Caro papà

di Dino Risi con Vittorio Gassman, Stefano Madia, Andrée Lachapelle, Aurore Clément, Ileana Fraja, Julien Guiomar - Italia -  1979 – Durata 106’

 

Assorbito da affari ed intrallazzi, Albino Millozza (Vittorio Gassman), ricco esponente dell'alta finanza, dongiovanni impenitente, trova rifugio, da anni, tra le braccia di Margot (Aurore Clément).

Giulia (Andrée Lachapelle), la moglie, è una donna instabile mentalmente che, di tanto in tanto, per attirare l’attenzione su di sé, tenta il suicidio. I suoi figli non se la passano meglio e, fatta eccezione per Luca, ancora troppo piccolo per creare problemi, Marco (Stefano Madia) è chiuso, taciturno e Costanza (Ileana Fraja) è in un centro per riabilitazione per tossicodipendenti.. Borioso, egocentrico, megalomane, convinto di poter comprare l’affetto dei figli con i soldi e qualche smagliante sorriso, Albino, sfogliando, per caso, il diario di Marco scopre che è zeppo di riferimenti alla lotta armata e che un fantomatico “signor P” dovrà cadere, in una data già stabilita, sotto i colpi di un commando di terroristi. Albino prova timidamente a comprendere i tormenti del figlio e, convinto che la vittima possa essere il suo amico Parrella (Julien Guiomar) lo mette in guardia. Ma quando un proiettile lo colpisce alla colonna vertebrale e lo inchioda su una sedia a rotelle, Albino comprende che quell’iniziale indicava papà. Al rientro a casa, con gli occhi inumiditi, trova il figlio che lo accoglie tra le lacrime.

Risi, uno dei maestri della commedia all’italiana, sbaglia tiro e confeziona una pellicola dal tocco paternalistico che irrita per la superficialità con la quale affronta temi ingarbugliati e spinosi come il rapporto padre e figlio, la lotta armata negli anni di piombo e la frantumazione della famiglia borghese. Nel corso del film Albino confessa a Margot le difficoltà che incontra con il figlio: “E’ strano a volte con lui mi sento a disagio. C’è qualcosa che non capisco in quel ragazzo.” ma, al di là di questa generica affermazione, non prova mai a mettersi in discussione, né cerca un vero confronto con Marco che, dal canto suo, non lo affronta, non lo guarda negli occhi, non gli vomita addosso il proprio disprezzo ma, vigliaccamente, lo pugnala alle spalle, tacendogli sull’attentato ai suoi danni. Sullo sfondo il centro di riabilitazione dove è ricoverata Costanza; che altri non è che una fattoria dove i ricoverati mungono le vacche, coltivano i campi e producono formaggi, gestita da un prete impresentabile e da un guru vegetariano che spiffera ai quattro venti di aver trovato il nirvana. Particina per Gastone Moschin nei panni di Duilio, l’autista di Albino. Premio David (1979) a Vittorio Gassman e Premio speciale a Stefano Madia come miglior attore non protagonista.

 

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