Broken flowers
di Jim Jarmusch con Bill Murray, Sharon
Stone, Jessica Lange, Jeffery Wright, Tilda Swinton, Alexix Dziena, Frances
Conroy
- USA – 2005 – Durata
Dongiovanni impenitente, Don
Johnston (Bill Murray) è stato appena lasciato dalla
sua ultima fiamma che aveva sperato, invano, di convolare a nozze con lui. Lui
non fa una piega e continua a trascorrere, svogliatamente, le giornate guardando
i programmi TV, sprofondato nel divano del salotto. Un giorno riceve una lettera
anonima di color rosa, scritta con inchiostro rosso, che l’informa che
diciannove anni prima era diventato papà e che suo figlio, un ragazzo che non ha
mai conosciuto, sta andando da lui per incontrarlo. Don non sembra affatto
sconvolto ma è spinto da Winston (Jeffery Wright),
un detective dilettante,
suo amico, a stilare un elenco delle sue ex fiamme ed andare alla ricerca della
donna con la quale l’avrebbe potuto concepire. Don parte
controvoglia e fa la sua prima sosta da
Laura (Sharon Stone), una donna affascinante, madre di Lolita (Alexix Dziena)
un’adolescente che ama girare mezza nuda per casa. S’imbatte poi in Dora (Frances
Conroy), un’ex hippy, dal cuore gelido, divenuta abile donna in affari, in
Carmen (Jessica Lange), una medium che ha sviluppato dei particolari poteri e
riesce ad entrare in contatto con gli animali ed, infine in Penny (Tilda Swinton),
una donna dai modi spicci ed amica di due tipi rudi e violenti. Don ritorna
all’ovile senza aver cavato un ragno dal buco e, quando incrocia nei paraggi di
casa un bizzarro adolescente, crederà per un attimo di essersi imbattuto in suo
figlio. Alla fine, tutto sembra
ritornare come prima e a Don non resta che riprendere i sonnolenti ritmi di
sempre.
Road movie piacevole e gustoso che si basa tutto sulla recitazione amimica
ed impassibile di Bill Murray. Jarmusch
ci mostra un padre che va alla ricerca di un ipotetico figlio che non ha mai
conosciuto (e non viceversa) e questa scelta originale diviene il vero punto di
forza del film.
Per tutta la vicenda l’indolente protagonista non
s’affanna disperatamente nella ricerca di un figlio della cui esistenza ha avuto
notizia solo per caso, non è reso dai sensi di colpa per non avergli fatto da
padre, né si batte il petto per non averlo visto crescere ed essere stato al suo
fianco. Ed è proprio questa sua “incomprensibile” ironica ed irridente apatia
che rende ancora più simpatico e singolare il suo personaggio. Don saltella,
infatti, da una ex fiamma all’altra e s’immerge nel passato con assoluto
disincanto, senza sprecare una lacrima, esibire il minimo rimpianto o il
desiderio di ricucire le fila di una memoria ormai andata perduta. Il film è
venato da uno sguardo tenero e melanconico non diviene mai nostalgico per i
tempi andati. Gran Premio della Giuria al festival di Cannes
2005.