Brividi al buio di Riccardo Oldani

 

Un uomo col volto stravolto tra la follia, armato di ascia; Jack Torrance, interpretato da Jack Nicholson, in Shining di Stanley Kubrick è uno dei simboli del cinema del terrore. Come la ragazza indemoniata de L’esorcista, il pazzo omicida di Psycho, il mostro di Alien

Che, per quanto timore ci incutano, continuano ad attrarci. Qual motivi ci spingono ad andare al cinema per spaventarci? E quali sono i meccanismi usati dai registi per farci paura?

Mamma, che paura.! “Questi meccanismi sono più antichi del cinema. Secondo Ignazio Senatore, psichiatra che ha analizzato i rapporti tra cinema e psiche “i registi hanno mutuato dalla fiaba molti espedienti per avere paura. Da piccoli abbiamo imparato ad avere paura ascoltando fiabe, nelle quali i bambini s’imbattono in orchi, draghi, streghe, i personaggi cattivi. Questi esseri sono la proiezione di una paura dentro di noi, quella di diventare un giorno come questi esseri mostruosi. Il bambino vuole avere paura, perché confinando il male nelle favole può addormentarsi convinto di vivere in una realtà sicura. Questa motivazione la ritroviamo in chi va al cinema a veder i film di paura. Ci si mette alla prova; ci si convince che se si riesce a superarla si potranno vincere anche gli altri timori della vita.”….

 

                            Stralcio da “Focus”  Novembre 2010 – N. 217

 

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