Body puzzle

di Lamberto Bava con Tomas Arana, Joanna Pacula, Erika Blanc - Italia – 1990 – Durata 90’

 

Su una autostrada battuta dalla pioggia, per l’impatto con un auto, Abe Grant (Francois Montagut) è sbalzato dalla sella della motocicletta e muore. Qualche tempo dopo, un serial-killer impazza per la città e dopo aver accoltellato e mutilato le giovani vittime, asporta loro degli organi vitali; ad un pasticciere strappa il cuore, ad un bagnino un rene, ad una giovane insegnante le cornee. All’ispettore Michele (Tomas Arana) l’ingrato compito di dipanare l’intricata matassa e di scoprire chi, dopo aver profanato la tomba di Abe ha spedito a Tracy (Joanna Pacula), la sua avvenente vedova, un suo orecchio. Michele intuisce che la donna è in pericolo e cerca di proteggerla. Alcuni indizi spingono ad indagare su un uomo che era stato prima in cura dalla dottoressa Corti (Erika Blanc) per una grave forma di depressione ed era stato ricoverato, successivamente, in una clinica per malattie mentali. Man mano il puzzle si ricompone e la polizia scopre che l’assassino, dopo aver trafugato il corpo di Abe, aveva cercato di ricomporlo, pezzo per pezzo con gli organi che aveva espiantato alle sue giovani vittime.

Pellicola adatta a stomaci forti, girata però con estrema pulizia formale e con un’eleganza (quasi) insolita per un thriller all’italiana. L’intreccio è costruito troppo ad orologeria ma la vicenda intriga perché fino alla fine non si riesce a comprendere chi  si celi dietro il sanguinario assassino. Come accade spesso nei B-movie italiani agli psichiatri è affidato il compito di rendere comprensibili intrecci narrativi contorti e confusi e di svelare cosa abbia spinto  l’assassino a macchiarsi di quei delitti: “Timoteo Belli, non sapeva neanche chi fosse però riusciva a ricordare l’incidente in cui era morto il suo amico. Era ancora un problema per lui. Non accettava il fatto che il suo amico non ci fosse più e fingeva di essere Abe Grant. Facendo così aveva, ovviamente, dovuto sacrificare la propria identità però per lui questa perdita era molto più accettabile di quella dell’amico. In ogni modo, dopo un certo periodo, eravamo riusciti a persuadere Belli della sua vera identità.” Il titolo del film rimanda alla folle idea del serial killer di ricomporre come un mosaico il corpo di Abe. Il film è uscito nella sale anche con il titolo di Misteria.

 

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