Bloody Psycho – Nel nido del serpente
di Leandro Lucchetti con Peter Hintz,
Brigitte
Christensen – It
Disertati guizzi visivi ed intreccio narrativo, Lucchetti mescola, senza successo, diversi generi, dallo splatter al soft-erotico, al gore (una lingua strappata ad una governante, un paio di zombi si aggirano per i sotterranei del castello con le pupille che fuoriescono dalle orbite, un cadavere su una sedie a rotelle e successivamente una cascata di sangue che sgorga da una scalinata del castello). Da questo pasticcio privo di originalità e di fantasia, fin troppo carico di simbolismi, si salvano solo le sequenze che mostrano il pranoterapeuta mentre ipnotizza la (finta) paziente affetta da paralisi isterica e le dice: “E ora si rilassi, non pensi a nulla, si abbandoni come quando sta per addormentarsi. Sgombri la mente da ogni pensiero, si lasci andare completamente”. Dopo qualche battuta s’intuisce che per il regista l’ipnositerapia è solo un pretesto narrativo che serve per allungare il brodo e rendere più misteriosa la vicenda. Dopo un po’ il dottor Werner depone i ferri del mestiere ed è travolto anche lui dal fascino erotico della misteriosa Micaele di Saint Bon.