Bloody Psycho – Nel nido del serpente

di Leandro Lucchetti con Peter Hintz,  Brigitte Christensen – Italia  - 1988 - Durata 90’

 

La signora Rezzori (Brigitte Christensen) è una donna affetta da una misteriosa paralisi agli arti inferiori e per farsi curare invita nel proprio castello il dottor Werner Voegler (Peter Hintz) un famoso pranoterapeuta ed esperto in parapsicologia. Delle strane leggende narrano di un’ala abbandonata del castello, infestata dai fantasmi e di una certa Micaele di Saint Bon, donna bellissima morta in circostanze misteriose. Una serie di feroci e sanguinolenti delitti si susseguono fino ad un finale in salsa horror-zombie.

Disertati guizzi visivi ed intreccio narrativo, Lucchetti mescola, senza successo, diversi generi, dallo splatter al soft-erotico, al gore (una lingua  strappata ad una governante, un paio di zombi si aggirano per i sotterranei del castello con le pupille che fuoriescono dalle orbite, un cadavere su una sedie a rotelle e successivamente una cascata di sangue che sgorga da una scalinata del castello). Da questo pasticcio privo di originalità e di fantasia, fin troppo carico di simbolismi, si salvano solo le sequenze che mostrano il pranoterapeuta mentre ipnotizza la (finta) paziente affetta da paralisi isterica e le dice:  “E ora si rilassi, non pensi a nulla, si abbandoni come quando sta per addormentarsi. Sgombri la mente da ogni pensiero, si lasci andare completamente”. Dopo qualche battuta s’intuisce che per il regista l’ipnositerapia è solo un pretesto narrativo che serve per allungare il brodo e rendere più misteriosa la vicenda. Dopo un po’ il dottor Werner depone i ferri del mestiere ed è travolto anche lui dal fascino erotico della misteriosa Micaele di Saint Bon.

 

 

 

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