Belle al bar di
Alessandro Benvenuti (1994)
Il
preciso, metodico e riservato Leo (Alessandro Benvenuti), sposato da dieci anni
con Simona (Assumpta Serna), è invitato a Piacenza dall’amico gallerista Guido
(Andrea Brambilla) a restaurare un quadro del Cinquecento. Lì incontra Giulia
(Eva Robbins) un trans che altri non è che il cugino Giulio, che non incontrava
da anni, da sempre innamorato di lui e che vive prostituendosi. Leo si
trasferisce a casa di Giulia, conosce Antonello (Augisto Terenzi) un gay che
vuole cambiare sesso ed, abbattuti pregiudizi e preconcetti, dopo aver lasciato
la moglie, si lascia travolgere dall’irresistibile passione per Giulia.
Commedia
godibilissima che punta tutto sulla conturbante presenza di Eva Robins, trans
che assunse agli onori della cronaca e scandalizzò i bigotti ed i benpensanti
del tempo. Benvenuti evita le battute da “bar dello sport” (il titolo fa
riferimento al pub che Giulia sogna di aprire) e senza mai scivolare nel volgare
o ne moralismo di maniera dirige, con garbo, la migliore commedia italiana sul
tema. Il regista toscano gioca sul contrasto tra il timido ed impacciato Leo e
la trasgressiva, esuberante e piena di vita Giulia. I dialoghi sono deliziosi e
nel corso della narrazione Giulia si racconta all’amato cugino:
“Sai Leo ci sono delle scelte che
uno non fa con cognizione. Ce le hai dentro. Quando avevo sei anni prendevo
tutti i foulard e me li legavo intorno alla vita e ne facevo una sottana. Mi
mettevo in mezzo alla stanza “Sono una ballerina, sono una ballerina”. La mamma
non diceva niente, a volti divertiva anche lei. Si faceva insieme le Kessler: “Dadaunpa,
dadaumpa…” però cambiava subito espressione quando stava
per tornare il babbo. “Dai levati
questi cenci, su fai in fretta che arriva il babbo”. Io me li levavo ma dentro
rimanevo una ballerina. Te lo ricordi come era severo il babbo. Mi guardava, mi
guardava, fin quando ero piccolo faceva finta di non capire…Lo so che ho dato
tanto dolore in famiglia, cosa credi?”
Sul finale, a Leo che gli chiede perché voglia sottoporsi all’operazione, Alessandro risponde:“Leo ce l’ho anche io una gran confusione però se tu mi metti all’improvviso uno specchio davanti, io non mi ci riconosco. Guarda che è duro tutte le volte dire: No, non quello non sono io. Uno poi non ce la fa più.”