Be cool di F. Gary Gray- 2005

 

Quando arrivano ad una certa età, lo sanno tutti, i grandi calciatori giocano da fermi. Pensiamo a Rudy Krol, a Mariolino Corso o all’indimenticabile Omar Sivori. Potevano anche mostrarsi svogliati e passeggiare per il campo per un’intera partita, ma chi era allo stadio sapeva che, a volte, con un lancio di quaranta metri, riuscivano a servire, millimetricamente, il compagno della propria squadra, mandandolo in rete.

John Travolta è stato un grande campione (da ballo) ma sembra siano passati anni luce da quando si esibiva nei panni di Tony Manero, nelle notti febbrili del sabato sera.

E se lui stesso, nella super-celebrata scena da ballo con Uma Thurman, in “Pulp fiction”di Quentin Tarantino, faceva, ironicamente, il verso a se stesso, in questo “Be cool”, non essendo assistito da una coreografia decente, quando duetta con la musa di Tarantino, appare immobile, patetico e praticamente fermo sulle gambe.

Il nuovo film di F. Gary Gray (sequel di “Get shorty”) ambientato a Los Angeles narra, per l’appunto, di Chili Palmer (John Travolta) un ex strozzino-mafioso ed ex produttore cinematografico che decide di promuovere Linda Moon (Christina  Milian) una cantante sconosciuta ma dotata di una grandi doti canore.

Palmer smuove troppo le acque e provoca la prevedibile reazione a catena dell’ex manager della ragazza, di una banda di mafiosi russi e di quella di un discografico rapper.

Il film tiene bene per il primo quarto d’ora ma poi si affloscia, diventa prevedibile e ripetitivo e si regge tutto sulla faccia simpatica di John Travolta, sullo sguardo felino e sensuale della Thurman e sulle magistrali interpretazioni di James Woods, Harvey Keitel e Danny De Vito (in un piccolissimo cameo). Un po’ poco per un cast stellare che prevede anche una particina di Stephen Tyler (papà della bellissima Liv di “Io ballo da sola”) leader degli Aerosmith. 

 

Recensione pubblicata su L'Articolo- Redazione napoletana del "L'Unità" - 20-04-2005

 

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