Basquiat

di Julian Schnabel con Jeffrey Wright, David Bowie Claire Forlani Michael Wincott - USA -1996- Durata 106’

 

1981. Jean Michel Basquiat (Jeffrey Wright)  ventenne artista haitiano ama comporre dei graffiti e lasciare delle scritte corrosive sui muri, firmandosi Samo. Tra un quadro e l’altro, non disdegna di fumare erba e di impasticcarsi con i suoi amici sbandati e sballati. Renè (Michael Wincott) un gallerista emergente resta incantato da un suo quadro e si offre di allestirgli una mostra. In breve tempo Jean Michel diventa famoso, espone negli spazi più prestigiosi di New York ed abbandona Gina (Claire Forlani) la ragazza con la quale aveva condiviso un tempo, sogni e speranze.  I suoi quadri valgono ormai una fortuna e Jean Michel viaggia in cadillac, diventa l’inseparabile amico di Andy Wahrol (David Bowie) compra caviale a chili, è intervistato in TV e frequenta i più noti artisti del mondo. E quando Andy Wahrol cessa di vivere il mondo gli cade addosso. Jean Michel, ripiomba nel vortice della droga e muore per overdose a ventisette anni nel 1988.

Come la maggioranza dei biopic prodotti dall’industria del cinema, anche questo film, tratto dalla vita di Jean Michel Basquiat, primo pittore meticcio che raggiunse fama e notorietà sul mercato internazionale, non appassiona e non convince. Nelle prime battute il regista ci mostra Basquait che chiama per gioco, una linea telefonica per sostegno ai suicidi ed all’operatore confessa “Sto per farmi scoppiare il cervello. Prendo le pillole; blu, rosse, verdi, tutto l’arcobaleno del cazzo.” In una delle scene finali, di notte, mezzo ubriaco, si reca al manicomio dove è ricoverata la madre e prova, invano, di convincere il custode a farlo entrare. Ma al di là di questi piccoli episodi i suoi travagli interiori restano sullo sfondo ed il regista sembra più interessato a mostrarci l’artista che l’uomo. “Tutti i lacché insieme con i ricchi si prostrano così schiacciati a questi piedi “,“Jimyy Best steso dal pugno venuto dagli archivi della sua infanzia”, “Al sicuro perchè ricco, lui pensa”. sono queste alcune delle scritte che regalano fama al giovane Basquait. Il film si apre con una voce maschile fiori campo che sembra voler condurre per mano lo spettatore: “Quale artista non vorrebbe saltare sulla barca di Van Gogh? Per quanto terribile il viaggio possa essere nessuno rinuncerebbe ad intraprenderlo. L’idea del genio incompreso che si consuma sulla tela in cantina è una favola deliziosamente insensata. Grazie alla vita di Vincent Van Gogh che questo mito è schizzato in orbita. Insomma, quanti quadri ha venduto, uno? Doveva essere l’artista più moderno ed invece non lo voleva nessuno. Proviamo così tanta vergogna per la vita che ha vissuto che la storia dell’arte d’ora in poi, sarà un risarcimento per averlo trascurato. Nessuno vuole appartenere ad un’altra generazione che ignora un altro Van Giogh.”  Nel cast piccoli ruoli per Dennis Hopper, Gary Oldman, Benicio Del Toro e Tatum O’Neal. Colonna sonora dei Rolling Stones, Leonard Cohen, Iggy Pop e David Bowie.

 

 

 

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