Gianluca
Arcopinto e quel pizzico entusiasmo che serve al cinema
C’è chi
lo ricorda per aver prodotto cortometraggi a basso costo che hanno riscosso,
ottimi successi di pubblico e di critica. Chi, invece, come il produttore del
film–rivelazione “Il caricatore”,
diretto nel 1996 dal trio Cappuccio- Gaudioso- Nunziata, di opere prime come
“Piovono mucche” di Luca Vendruscolo, di “Incantesimo napoletano” di Luca
Miniero e Paolo Genovese o (soprattutto) per aver prodotto “I nostri anni” e
“Nemmeno il destino”, pellicole dirette dall’enfant-prodige Daniele Gaglianone.
Gianluca Arcopinto, fondatore della
Pablo Film, è ospite della decima edizione del “Linea d’Ombra Salerno Film
Festival” per uno stage di due giorni,
presso la
Camera di Commercio
Industria e Artigianato di
Salerno,
dal titolo “L’arte di produrre”, incentrato sulla produzione di videoclip,
documentari e lungometraggi. Il workshop è rivolto ad una ventina di aspiranti
registi, filmaker professionisti o appassionati di cinema, giunti a Salerno da
tutta Italia.
Cosa ha
in serbo per i venti ragazzi che avranno la possibilità di seguire per due
giorni il suo stage?
“Voglio
mettere a disposizione dei ragazzi la mia esperienza ma soprattutto infondere
loro, nonostante i tempi attuali, quel pizzico di entusiasmo che possa servire a
fare ancora del cinema. Credo, infatti, che, nonostante lo scoramento attuale,
questo entusiasmo non vada perso, anche se la legge in vigore non è stata ancora
rodata a sufficienza, che i finanziamenti pubblici sono bloccati da un anno e
mezzo e che l’aria che tira non è proprio delle migliori. Quello che credo è
che, anche se mi piacerebbe che si facesse un certo tipo di cinema,
si deve tentare, comunque, sempre di
fare del cinema”.
“Il
video, il documentario ed un lungometraggio hanno dei linguaggi completamente
diversi fra loro. Sarà facile insegnare la complessa sintassi cinematografica a
questi giovani allievi?
“Certamente non si può avere lo stesso approccio per la fiction e per il
documentario. Ma quello che vorrei veramente trasmettere loro è che, per
qualsiasi artista che si mette al lavoro, ci deve essere la stessa assunzione di
responsabilità nei confronti del pubblico. Questo non significa che un aspirante
regista deve sottomettere le proprie velleità artistiche al gusto del pubblico,
ma deve almeno considerare che un pubblico, piccolo o grande che sia, vedrà la
sua opera.
Non
insegnerà loro nessun trucco del mestiere?
“Non
credo che il mio compito debba essere quello di dare dei consigli ma certamente
mi farebbe piacere trasmettere loro che si deve fare una cosa solo quando ci si
crede in essa veramente, indipendentemente dei mezzi che si hanno a
disposizione. Certo il cortometraggio ha un linguaggio diverso dalla fiction, ha
bisogno di un ritmo diverso ed è più facile ai giorni nostri utilizzare il
digitale. Il documentario, infine, non certamente deve avere i ritmi frenetici
di un corto ma è importante che sia godibile e che abbia una certa atmosfera.”
Che
progetti ha in serbo per il futuro?
“Vorrei
mostrare in giro alcune delle produzioni che ho dirette. La prima è un
medio-metraggio dedicato a Nicki Vendola, neo-eletto governatore della Regione
Puglia. E se Alessandro Piva ha diretto la sua campagna elettorale, io mi sono,
invece, occupato più dell’uomo. E’ un punto di vista, certamente, molto
personale e ci sono anche dei momenti molto forti. Anche se nel medio-metraggio
compaiono dei frammenti registrati
nel corso della campagna elettorale, il mio sguardo è rivolto non tanto al
politico ma alla persona. Questo mio documentario spiega proprio al pubblico chi
è Nicki Vendola, più che il personaggio, l’uomo. Ho completato, poi, altri due
mediometraggi. Uno si intitola “Bambini” e narra di cinque storie di bambini che
si intrecciano tra loro e l’altro, invece, “Crai”, termine che in dialetto
pugliese significa “Domani”. Quest’ultima opera è stata sceneggiata da Teresa De
Sio e Davide Marengo e si basa sullo spettacolo teatrale “Sangue vivo” che
Teresa De Sio ha portato in giro, circa un anno fa. “
L'Articolo- Redazione
napoletana del "L'Unità" - 20-04-2005