Aracnofobia (Arachnophobia)

 

di Frank Marshall con Jeff Daniels, Harley Jane Kozak, Julian Sands, Henry Jones,, John Goodman - USA – 1990 – Durata 106’

 

Lo scienziato James Atherton (Julian Sands) parte per il Venezuela alla ricerca di una rara specie di ragni ma durante una delle escursioni il fotografo della spedizione viene punto da uno di questi insetti e muore nel giro di pochi secondi. Il suo cadavere è rispedito a Canaima, in California ma uno dei ragni s’intrufola nella bara. In quel piccolo centro opera l’anziano dottor Sam Metcalf (Henry Jones), un medico all’antica che volendo andare in pensione ha contattato il dottor Ross Jennings (Jeff Daniels) affinché prenda il suo posto. Metcalf però cambia idea e quando Jennings giunge in città con la moglie Molly (Harley Jane Kozak) ed i suoi due bambini, inizia a mettergli i bastoni tra le ruote. Jennings non si abbatte, inizia ad esercitare la professione ma due pazienti muoiono in circostanze misteriose. L’anziano dottore accusa Jennings di inesperienza e prova a fargli intorno terra bruciata ma quando lo stesso Metcalf muore sul colpo, Jennings convince il giudice a disporre l’autopsia dei tre cadaveri che rivela che erano tutti morti a causa del morso di un ragno velenoso. Prima di mettere la piccola cittadina in quarantena, Jannings, Delbert McClintock (John Goodman) ed un altro paio di volontari vanno alla caccia del nido dei ragni e bonificano la zona.

Il regista, al suo esordio, prova ad immergere la vicenda in un’atmosfera malsana ed inquietante cara ai B-movie degli Anni Cinquanta americani, ma finisce per sfornare una pellicola deludente che oscilla tra l’horror, la black-comedy ed il thriller di maniera. Marshall lascia sullo sfondo la patologica fobia per i ragni del dottor Jennings che, nel corso della vicenda, (quasi per caso) racconta alla moglie, come, a due anni, rimase vittima di un’esperienza traumatica: “E’ come se fosse successo ieri. E’ il mio primo ricordo. Vedo ancora le sbarre del lettino tutto intorno a me. Ho ancora la sensazione del risveglio sonnolento, pacifico, rassicurante e poi quella cosa là. Sembrava enorme ed avanzava, inesorabilmente, attraverso le sbarre del mio lettino e quando alla fine arrivò a toccarmi la mia gamba nuda, mi si bloccarono tutte le membra, paralizzato. Mi paralizzo ancora. Cerca di capire Molly come mi sento quando vedo un ragno. Ero nell’impossibilità fisica di impedire a quell’animale di camminare sulla mia pelle nuda. Insomma sento ancora le sue zampette pelose che… e poi mi arrivò in faccia. Avevo una netta sensazione di impotenza, era come di sentirsi esplorato da un essere alieno, ecco tutto.” Marshall non dona a Metcalf la stoffa dell’eroe e quando, il protagonista, sul finale, affronta i ragni, la sua aracnofobia sembra essere quasi relegata sullo sfondo. La trama è lenta, i dialoghi insufficienti e la cosa migliore del film risultano essere le splendide ragnatele intessute dai ragni.

 

 

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