Alza la testa

di Alessandro Angelini con Sergio Castellitto, Gabriele Campanelli, Laura Ilie, Giorgio Colangeli, Pia Lanciotti – Itala – 2009- Durata 86’.

  

Antonio Mero (Sergio Castellitto), ex pugile dilettante, dopo l’abbandono della moglie Denise, vive nutrendosi del sogno che Lorenzo (Gabriele Campanelli), il figlio adolescente, diventi un giorno, un grande boxeur. Allenatore severo, esigente ed autoritario, si danna l’anima per insegnargli i trucchi del mestiere e, convinto che arriverà alle Olimpiadi, lo allena ogni giorno, da sette anni. Il ragazzo promette bene ed Antonio per favorire la sua carriera, con la morte nel cuore, si mette da parte e lo affida a Rinaldino, esperto coach di boxe. Lorenzo continua ad allenarsi con impegno, vince qualche incontro e quando Antonio scopre che fa il filo ad Ana (Laura Ilie), una simpatica ed estroversa ragazza romena, per evitare che lei possa deconcentrarlo e distrarlo dalla carriera sportiva, la fronteggia e le chiede di star lontano dal suo campione. Lorenzo non gli perdona quest’intrusione nella sua vita privata, lo accusa di essere insensibile ed egoista e, dopo aver litigato ferocemente con lui, si allontana sotto una pioggia battente in sella al motorino che sbanda ed esce fuori strada. Lorenzo è ricoverato in ospedale in gravissime condizioni e sono vani gli sforzi dei medici per salvarlo. Spezzato dentro, Antonio autorizza l’espianto del cuore e qualche mese dopo poi si mette sulle tracce di Ivan/Sonia, un trans che vive ai confini con la Slovenia che ha in petto il cuore del figlio. Dopo altri colpi di scena, un finale consolatorio chiude la vicenda.

Dopo L'aria salata, abbagliante film d’esordio, Angelini ripropone un’altra storia toccante, commovente e dolorosamente tragica che ruota intorno all’intenso ma ambivalente e conflittuale rapporto tra padre e figlio. Antonio, operaio di un cantiere nautico a Fiumicino, solo e senza amici, si batte come un leone, perché il figlio “alzi la testa” ed affronti, a muso duro, la vita come il ring. Dopo avergli snocciolato negli anni frasi come “Ti devi proteggere, ti devi prendere cura di te”, “I vincenti non sono quelli che non cadono ma quelli che dopo ogni caduta sanno rialzarsi”, prima di affidarlo a Rinaldino gli dice:“T’ho portato fin dove ho potuto. Certe volte bisogna abbassare la testa per crescere”. Lorenzo, per non deluderlo, suda, s’allena fino allo spasimo, stringe i denti, ma poi scoppia e si ribella quando sente su di sé la schiacciante presenza del padre. Macchina a spalla, Angelini compone una prima parte intensa, lirica e commovente ma poi non tiene adeguatamente a freno la vicenda che, dopo la morte di Lorenzo si disunisce, fino a divenire confusa e sfuocata. Un immenso Castellitto che si muove sulla scena come un animale in gabbia é sorretto dal giovane Campanelli, autentica sorpresa. Nel cast Guido Colangeli.

 

 

 

 

Recensione pubblicata su Segno Cinema - N. 165 Settembre - Ottobre 2010

 

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