L'altalena di velluto rosso (The girl in
the red velvet swing)
di Richard Fleischer con Joan Collins,
Ray Milland, Farley Granger, Cornelia Otis Skinner - USA – 1955 – Durata
Il famoso architetto Stanford White (Ray Milland) all’età di cinquanta anni s’innamora perdutamente di Evelyn Nesbit (Joan Collins) una giovane ballerina di Broadway che diventa, ben presto, la sua amante. Stanford è sposato ma non sopporta l’idea che Evelyn continui ad esibirsi nei locali notturni e, dopo averla coperta di gioie e di vestiti, le impone di ritirarsi dalle scene e di andare a vivere in un collegio femminile. Lei accetta senza battere ciglia ma entra in uno stato depressivo e finisce per accettare la corte discreta di Harry Thaw (Farley Granger) un giovane milionario, mite e passivo, che l’invita a fare un giro in con lei in Europa. Durante le loro peregrinazioni per il Vecchio Continente i due s’innamorano ed, al ritorno in America, si sposano. Divorato da un’insana gelosia nei confronti di Stanford, Harry è convinto che il suo rivale, in passato, abbia fatto bere ad Evelyn del vino contenente un potente sedativo ed abbia poi abusato di lei. Incapace di scacciare dalla propria mente questa ossessione, uccide Stanford con un paio di colpi di pistola ed ai presenti che hanno assistito al delitto urla: “L'ho ucciso perché ha rovinato mia moglie!” Nel corso del processo la giuria è orientata a condannarlo a morte ma sua madre (Cornelia Otis Skinner) convince Evelyn a deporre in tribunale e ad avallare le farneticante ipotesi del marito che, giudicato, infermo di mente, è ricoverato in manicomio e condannato ad una pena più lieve. Evelyn riceve il benservito dalla suocera e riprende a calcare le scene come ballerina.
Pellicola dai colori
fiammeggianti che non sarebbe dispiaciuta a Douglas Sirk e che mette in scena
una tragica storia d’amore, avvenuta agli inizi del Novecento, ispirata alla
vicenda di Stanford White, famoso architetto che aveva
realizzato il Madison Square Garden di New York.
Il regista mescola più generi (dal melò al sentimentale al musical) e lascia che la vicenda, abbastanza piatta, deflagri nel finale con il deliro di gelosia di Harry. Evelyn è descritta come una donna soggiogata dal fascino e dalla personalità di Stanford che accetta, per amor suo, di vivere sotto una campana di vetro e che finisce tra le braccia di Harry più per noia che per passione. Sullo sfondo la perfida suocera che, per impietosire Evelyn, le confessa che aveva riversato tutto il suo amore su Harry, fino a viziarlo, perché molti anni prima, mentre dormiva, aveva involontariamente soffocato con un cuscino suo figlio Robin. Il titolo fa riferimento a due scene presenti nel film; nella prima Evelyn, felice e beata si dondola su un’altalena rossa alla presenza del suo amato Stanford ed in quella finale, ridimensionati i suoi sogni, si ritrova nuovamente a volteggiare nell’aria, su un’altalena rossa, in un locale di terzo ordine.