Alla luce del sole di
Roberto Faenza
La "resistenza" è un meccanismo difensivo che non scatta solo nell’ambito di un rapporto psicoterapeutico ma che mettiamo in atto (inconsciamente) ogni qual volta ci imbattiamo in qualcosa che ci provoca dolore e sofferenza
“Alla luce del sole", l’ultimo film di
Roberto Faenza è uno di quei film che ti fa male e che ti lascia addosso lividi
e bruciature. La storia di Don Pugliesi (Luca Zingaretti) parroco del quartiere
Brancaccio di Palermo, ucciso dalla mafia, all’età di cinquantasei anni, il
quindici settembre (giorno del suo compleanno) è una di quelle che "disturba" il
tuo sguardo di spettatore.
Faenza per dar maggior
risalto alla storia del protagonista utilizza (volutamente) una scrittura visiva
senza svolazzi e lustrini ed introduce nella narrazione alcuni equivalenti
simbolici che rimandano alla vita di Cristo (il primo piano del crocefisso prima
dell’uccisone del prete-coraggio, il papà del parroco, artigiano come Giuseppe,
la prostituta accolta in chiesa come Maria Maddalena…). Il Don Puglisi (Peppino
di nome come l’Impastato immortalato nei "Cento passi"di Marco Tullio Giordana)
che appare sullo schermo non è un super-eroe bensì un uomo (impolverato e sporco
di vernice) che da solo lotta per strappare i bambini del quartiere a "la mala
educacìon" imposta dalla mafia. Ad aiutarlo nella sua "folle" impresa, soltanto
tre volenterose suore ed un giovane vice parroco (Corrado Fortuna). Faenza non
attacca frontalmente lo Stato ed una certa classe di politici ma il suo grido di
dolore è ugulamente lacerante e ti trafigge lo stesso le carni.
"La lotta dell’uomo contro
il potere è la lotta della memoria contro l’oblio", affermava, un tempo, Milan
Kundera nel suo "Libro del riso e dell’oblio." A rendere ancora più
inconsolabile la trama, le vili uccisioni di Falcone e Borsellino che
campeggiano tristemente sullo sfondo. Il regista si è ispirato a due volumi:
"Don Puglisi, vita di un prete palermitano ucciso dalla mafia" di Francesco
Deliziosi (Mondadori -2001) ed "A testa alta" di Bianca Stancanelli (Einaudi -
2003). Dedicato ai bambini di Palermo (forse) i veri protagonisti della
pellicola.
Recensione
pubblicata su L’Articolo – Redazione napoletana de
l’Unità – 29-1-2005