Per il Progetto
“Scampiamoci”, organizzato da Liberascenaensemble, con il contributo
dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, stamani, alle ore 9,00,
presso l’area dell’Internet Cafè di Piazza Telematica a Scampia, sarà proiettato
il film-documentario “A scuola”, diretto dal regista Leonardo di Costanzo.
Il documentario,
girato nei locali della Scuola “Nino Cortese” di Pazzigno, nella periferia di
Napoli (Quartiere San Giovanni- Barra) è una dura testimonianza sullo sfascio
nel quale versa la scuola pubblica italiana; insegnanti costantemente
sull’orlo di una crisi di nervi, ragazzi difficili che fanno, in classe,
il bello ed il cattivo tempo. Chi, meglio del regista, può descriverci questa
ricerca?
“L’idea è del 2001. Da
giovane volevo fare l’insegnante e per questa ragione mi ero iscritto a Napoli,
all’Università Orientale. Giunto alla laurea, come miei tanti colleghi, avevo
anch’io iniziato la solita trafila di supplenze, sia a Napoli che in Francia,
dove avevo ottenuto la possibilità di insegnare per qualche tempo. In entrambi i
contesti, mi sono reso conto di non aver gli strumenti adatti per insegnare e
che mi sentivo inadeguato ed incapace di gestire una classe di studenti. Deluso
e frastornato, decisi di mollare tutto e di occuparmi di altro. Con questo
documentario ho voluto, da un lato, regolare i miei conti con il passato, e
dall’altro, cercare di comprendere e di testimoniare i motivi per cui, allora,
non ce l’avevo fatta. Le riprese sono durate un anno ed il montaggio circa
quattro mesi.”
“Quando ho proiettato il
documentario alla “Cortese”il dibattito è stato molto forte e stimolante e,
posso dire che molti insegnanti si sono commossi nel ri-vedersi sullo schermo.Ma
il mio documentario ha girato tutta l’Europa e la platea degli insegnanti che lo
ha visto si è sempre divisa in due; c’è chi pensa ad una situazione limite e chi
la definisce standard, presente in tutte le periferie delle grandi città, siano
esse Napoli, Berlino o Lisbona. La maggioranza delle persone pensa che la scuola
in Occidente sia questa. La verità, purtroppo, è che la scuola ha abdicato da
anni al suo ruolo, che era quello di ri-appianare la diseguaglianza sociale. Il
mio documentario dimostra proprio questo; la scuola pubblica è in crisi e non
riesce a fornire agli studenti, gli strumenti per rimetterli tutti sullo stesso
punto di partenza.”
Le si potrebbe obiettare che
nelle “zone bene” di Napoli la situazione scolastica non è poi così catastrofica
come la descrive lei nel suo documentario.
“La scuola funziona a
Posillipo ed a Chiaia perchè i ragazzi che la frequentano sanno già leggere,
scrivere ed hanno introiettato l’apprendimento, come strumento di crescita e di
emancipazione. Nelle scuole di periferia, invece, il frequentare la scuola è
visto dai ragazzi come il servizio militare di leva; una cosa che non serve e
che si deve, purtroppo, fare per forza.”
“Il problema non sono gli
insegnanti ma è più generale e riguarda tutta la società. Ciò non toglie che chi
opera abbia delle responsabilità personali ed individuali. A mio parere la
scuola pubblica è in crisi perchè non esistono più le idee collettive che
permettono di condividere un progetto comune da trasmettere ai ragazzi. Secondo
me, quello che manca è un’idea condivisa della scuola. Ogni insegnante riflette
per conto suo, fa un sacco di ore in più, spese in progetti e riunioni. La
scuola pubblica oggi è come una automobile che va a folle e che spreca una
quantità di energia a vuoto, senza canalizzarla in nessun progetto.”
Dopo la proiezione del
documentario, a seguire, alle ore 11,00, dibattito con il regista, coordinato da
Maurizio Braucci con interventi di Peppe Lanzetta, P. Fabrizio Valletti, Gaetano
Di Vaio e Lello Serao.
Recensione pubblicata su L'Articolo- Redazione napoletana del "L'Unità" - 13-04-2005