Zero in condotta -

La scuola nel cinema il cinema nella scuola

a cura di Ignazio Senatore

Napoli - Città della Scienza -2006

Stralcio dal Catalogo: Zero in condotta - Il cinema nella scuola La scuola nel cinema

 

“Cinema e scuola; un connubio spesso felice che ha affascinato la settima arte, sin dai suoi albori. Jean Vigo, Francois Truffaut, Louis Malle, Nicholas Ray, Peter Weir, Bertrand Tavernier, Spike Lee, Elio Petri, Zhang Yimou e Gus Van Sant sono solo alcuni dei grandi registi attratti da questo appassionante tema. Non è mia intenzione rileggere, da un punto di vista sociologico, la raffigurazione della figura del maestro/insegnante al cinema ma, vorrei, provare a sintetizzare il filo che lega i diversi film, prodotti dalle più svariate cinematografie, in questi ultimi decenni. La rappresentazione più abusata sul grande schermo è quella del maestro/insegnante, sadico e violento, incapace di prestare ascolto ai bisogni più elementari dei suoi allievi. Generalmente, il docente è descritto, come una persona, frustata e perversa, che scarica la propria rabbia repressa su una scolaresca inerme ed indifesa. Ed ogni qual volta gli studenti osano ribellarsi alle ingiustizie subite, riceveranno una punizione più dura e severa di quanto avevano immaginato. Di fronte ai soprusi perpetuati sui piccoli scolari, generalmente, il regista sceglie due possibili soluzioni; l’educatore insensibile e senza cuore verrà allontanato (Les Choristes) o resterà impunito per sempre (I 400 colpi). Un altra classica rappresentazione sullo schermo mostra, invece, i maestri/insegnanti come portatori di valori di democrazia e di libertà. Indipendentemente dalla disciplina di cui sono cultori, questi docenti riescono ad aprire una breccia nel cuore e nell’anima dei loro giovani allievi ed a infondere in loro la curiosità verso un sapere meno recintato e non omologato.  Generalmente, questi “innovatori” sono contrapposti a delle vecchie cariatidi che impersonificano la difesa dei valori culturali più tradizionali e retrò. La lotta tra un insegnante che si batte per allargare gli orizzonti culturali dei propri allievi e quella di un docente, insepolcrito ed incapace di mettere in discussione il proprio atavico sapere, è naturalmente, un macchina narrativa di grande effetto, che prepara il terreno per un finale, per lo  più drammatico e commovente. Il più delle volte, il maestro/insegnante “buono e ribelle” (Conrack, Diario di un maestro, L’attimo fuggente) sarà allontanato ma lascerà nella scuola la traccia indelebile del suo prezioso insegnamento. In termini psicoanalitici potremmo affermare che le istanze infantili, promosse dal maestro/insegnante buono e legate al principio del piacere, saranno sconfitte da quelle adulte, legate al principio di realtà. Non mancano, in verità, i film con un finale a lieto fine, dove la sete di cambiamento trionferà ed i metodi antiquati  saranno scardinati da quelli più innovativi e moderni.

In altre pellicole, infine, il regista mette sullo sfondo gli aspetti più specifici legati alla funzione educativa e pedagogica del maestro/insegnante e prova a scavare, maggiormente, dentro il personaggio – uomo. La descrizione che ne deriva è, spesso, un po’ bozzettistica e di maniera e compaiono sullo schermo soggetti  nevrotici (Bianca) burberi (Addio Mr Harris) inflessibili (Spasimo) frustrati (Caterina va in città) narcisisti (L’attimo fuggente) passivi (Il maestro di Vigevano) incapaci di relazionarsi con il prossimo (Il club degli imperatori) sognatori (La scuola, Auguri professore). Non mancano le rappresentazioni in positivo ed alcuni docenti sono mostrati come eroici (Lavagne, Non uno di meno) idealisti (Diario di un maestro, Del perduto amore) indomiti (Il seme della violenza) protettivi e paterni (Mery per sempre, Un sogno per domani). Ma il cinema narra anche le storie degli studenti, descritti, per lo più in negativo, come dei ragazzi scansafatiche e demotivati, incapaci di mostrare un minimo di curiosità verso qualunque materia o disciplina. A questa stereotipata rappresentazione degli alunni se ne aggiunge, frequentemente, un’altra; quella del branco violento ed aggressivo che sfoga le proprie frustrazioni a danno dei compagni di classe più deboli ed indifesi. Generalmente questo tipo di film ha uno sviluppo narrativo prevedibile e poco originale; dopo un braccio di ferro con il maestro/insegnante, il leader, la pecora nera del gruppo si ammorbidirà, fino a diventare il suo miglior amico. Dopo aver visionato un centinaio di pellicole sul tema, schematizzando, potrei, affermare che, nella rappresentazione della figura del maestro/insegnante sullo schermo, i registi e gli sceneggiatori non hanno fatto altro che attingere a degli stereotipi culturali già presenti nell’immaginario collettivo. La selezione degli otto film proposti non è stata facile. Mi auguro che quelli prescelti sappiano intercettare sguardi dispersi nel buio e visioni sommerse. Il titolo prescelto per la Rassegna è un chiaro riferimento al capolavoro Zero in condotta diretto da Jean Vigo, nel 1933.  A tutti, buona visione.

                 

 

Film in rassegna

 

23 Marzo 2006 -  Ore 10.30 - Sala Newton

 La scuola di Daniele Luchetti  -  Italia – 1995

 

27 Aprile - Ore 10.30 - Sala Archimede

 Il club degli imperatori di Michael Hoffman - USA – 2002

 

9 Maggio  -  Ore 10.30 Sala Archimede

 Les coriste. I ragazzi del coro di Christophe Barratier - Francia -  2004

 

11 Maggio -  Ore 10.30 - Sala Archimede

  Mona Lisa smile di Mike Newell – USA – 2003

 

 

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