Giovane, simpatica, sorridente, spigliata; sono queste le prime qualità che colpiscono in Marisa Tomei, l’attrice americana, ma di origini italiane, ospite al Napoli Film Festival.
Tomei non ha l’atteggiamento“divistico” di Cate Blanchett, né i tratti duri e spigolosi di Sygourney Weaver; la sua bellezza semplice e dai colori mediterranei, non è abbagliante ma quella della classica “ragazza della porta accanto”.
Nella sua folgorante carriera, l’attrice americana ha già collezionato dei lusinghieri riconoscimenti: premio Oscar, nel 1992, come miglior attrice non protagonista, per la sua interpretazione in “Mio cugino Vincenzo” ed una nomination ed un Golden Globe per il suo ruolo nel film “In the bedrooom”. Dal suo esordio televisivi con le soap, il naturale passaggio al grande schermo nel 1984 con “Flamingo Kid”. Da allora, Tomei si è specializzata in ruoli “leggeri”, da classica commedia americana, lavorando al fianco di Mel Gibson (“What women want”) di Jack Nicholson (“Terapia d’urto”) e di Jud Law, nel recentissimo “Alfie”. Da non dimenticare, infine, la sua passione per il teatro dove ha avuto la fortuna di recitare al fianco di Al Pacino, in “Solomè”, dal testo di Oscar Wilde.
Come sceglie i suoi ruoli?
“Nella mia carriera ho interpretato ruoli molto diversi tra loro e questo dipende, naturalmente dal tipo di offerta che ricevo. A volte la mia scelta è affidata al caso, è dettata da motivi economici, ma il più delle volte è legata al fatto che mi piace molto lavorare con un gruppo di amici con i quali mi sento a mio agio. Confesso che spesso, il “grande” cinema mi delude e per questo motivo mi “rifugio” spesso nel teatro o nel cinema indipendente.
“Il film è tratto da un racconto di Bukowski.. Il mio partner è Matt Dillon, un attore con il quale avevo già lavorato in passato e con il quale mi trovo benissimo. Nel film interpreto la parte di una donna in crisi, fidanzata con Matt e che si lamenta molto, che beve continuamente e che impatta, improvvisamente nei ricordi del proprio passato. Credo che il pregio del film risieda sopratutto nella sceneggiatura molto calibrata ed in un gruppo di lavoro molto affiatato.”
Lei vive a New York ma il suo cognome tradisce, inevitabilmente, origini italiane...
L'Articolo- Redazione napoletana del "L'Unità" - 08-6-2005