La stanza accanto

 

di Fabrizio Laurenti con Mark Benninghofen, Thomas Patrick, Mary Sellers - 1993 - Italia – Durata 93’

 

Martin Yakobowsky (Mark Benninghofen) legale in un grande studio di Chicago si reca ad Hamilton, sua città natale, per difendere una comunità di polacchi, che hanno ricevuto in dono una miniera dalle sporche manovre di alcuni cinici speculatori. Accolto amorevolmente da Ray Waits (Thomas Patrick) e da sua moglie Grace Waits (Mary Sellers), in dolce attesa, Martin prende alloggio nell’Hotel Furst, nella stanza affianco a quella dove Ketty, la sua adorata fidanzata, al terzo mese di gravidanza e due agenti di commercio di biancheria intima furono barbaramente, uccisi a colpi di rasoio alcuni anni prima. Quel tragico evento di cui non ha più ricordo affolla nuovamente la sua mente e Martin, interrogate le persone del luogo, scopre che, al tempo, affetto da deliri ed allucinazioni, non testimoniò al processo in favore di Teddy, un ragazzo ritardato che pur essendo innocente, fu mandato sulla sedia elettrica. Lo zio August muore e Martin scopre le prove della sua colpevolezza ma, divorato dalla follia, è spinto a credere di essere stato l’autore dei delitti. Con la mente sempre più annebbiata, si reca a casa di Grace e, dopo averla scambiata per Kate l’aggredisce con un rasoio ma la donna reagisce e lo uccide con un punteruolo.

Pellicola ambientata negli Anni Quaranta carica di tensione che narra le vicende di un uomo tormentato da un passato che ha per lungo tempo rimosso e che, una volta risalito prepotentemente a galla, sconvolge la sua fragile mente. Anche se in alcuni tratti il ritmo è un po’ troppo lento, Laurenti dosa bene i tempi della narrazione e lascia che nel concitato finale venga svelata l’intrigata matassa. Di grande impatto emotivo il sogno incubo di Martin; si sta facendo la barba e sul viso insaponato si procura dei tagli verticali con il rasoio dal manico di madreperla, utilizzato per uccidere Ketty. Da segnalare la presenza di uno psicoanalista a cui si rivolge Martin che si limita ad ascoltarlo e non commenta in alcun modo il materiale che gli porta in seduta.

 

 

Torna alla Homepage »