Senza famiglia, nullatenenti, cercano affetto

 

di Vittorio Gassman con Vittorio Gassman, Paolo Villaggio – Italia - 1972 – Durata 104’

Agostino (Paolo Villaggio) è accusato di aver ucciso una vecchietta ed al commissario che lo interroga racconta la propria vita  scalognata. Abbandonato sin da piccolo dai propri genitori, aveva vissuto per anni in un orfanotrofio e, divenuto poi adulto aveva tirato a campare con dei lavori saltuari. Dopo  essere stato rapinato di tutti i suoi risparmi, assiste ad uno spettacolo in un circo e rimane affascinato da Armando (Vittorio Gassman)  un sedicente mago, esperto nella divinazione del pensiero. I due diventano ben presto amici ed Armando convince Agostino ad andare alla ricerca dei propri genitori. I due fanno tappa all’orfanotrofio ed in maniera rocambolesca, riescono a scoprire che il padre di Agostino si chiama Cesare. Un poveraccio rivela ad Agostino che, quando era piccolo, era stato rapito da una zingara e lui, seguendo questa pista, s’imbatte in una prostituta che crede possa essere sua madre. Armando lo convince a cambiare aria ed a rispondere ad un annuncio dove un una presunta vedova chiede compagnia. Quando Armando scopre che è un travestito durante una zuffa, accidentalmente, lo uccide. Armando va in galera ed Agostino finisce in un manicomio giudiziario. I due si incontrano due anni dopo ma questa volta le loro strade si divideranno definitivamente. Commedia con il fiato corto che si disunisce sin dopo le prime battute. I dialoghi sono arruffati e la storia sembra troppo cialtrona per essere credibile. Irritante l’ingenuità e la passività di Agostino e fin troppo esuberante il personaggio Armando che con la sua carica vitale spinge il suo amico ad andare alla ricerca delle proprie radici e dei suoi fantomatici genitori. Nelle mani di un altro regista la stessa storia sarebbe stata affrontata con dei toni più raccolti ed intimistici ma Gasmann l’immerge in un’atmosfera (quasi) fiabesca ma priva di un pizzico di poesia.

 

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