Il seme della follia (In the mouth of madness)

di John Carpenter con Sam Neill, Jurgen Prochnow, Julie Carmen, Charlton Heston – USA – 1995 - Durata 86’ – V.M 14

 

Il detective assicurativo John Trent (Sam Neill) è ricoverato in manicomio e non appena mette piedi nella  stanza,  allucinato e completamente al di fuori della realtà, inizia a scrivere sulle pareti delle frasi incomprensibili ed a disegnare delle croci. Ad uno psichiatra racconta la propria storia. Flashback. Sutter Cane (Jurgen Prochnow) un noto scrittore di storie horror si è volatilizzato nel nulla da due mesi e Jackson Harglow (Charlton Heston) il suo editore affida a Trent il compito di far luce sulla sua misteriosa scomparsa. Intanto, in alcune librerie della città la folla è inferocita per non aver trovato, come annunciato, tra gli scaffali, In the mouth of madness l’ultimo volume dello scrittore. In compagnia di Linda Styles (Julie Carmen) segretaria della casa editrice, Trent parte alla ricerca dello scrittore e si dirige verso Hobb’s end, la città immaginaria dei racconti di Cane. La realtà e la finzione si rincorrono e si sovrappongono sempre più fino ad uno spasmodico finale; il volume di Sutter Cane è già in libreria e Trent è uno dei personaggi del romanzo. Dopo essere fuggito dal manicomio, divenuto deserto per un massacro tra medici ed infermieri, entra in un cinema dove si proietta il film In the mouth of madness, tratto dall’ultimo libro di Cane ed ormai, con la mente completamente in panne, si vede mentre sullo schermo sta interpretando se stesso.

Carpenter impagina una pellicola dove una dimensione fantastica corre parallelamente a quella reale L’idea che Cane, possa  condizionare a tal punto il lettore al punto da fargli credere che quello che legge sia la realtà è intrigante ma la trama risulta macchinosa e si avvolge troppo stancamente su se stessa. Linda a Trent confessa: “Si sa che i libri di Cane hanno una curiosa influenza sui lettori meno equilibrati; disorientamento, perdita di memoria, forti reazioni paranoidi. Da un anno il suo lavoro era diventato strano, bizzarro, più contorto del solito come se credesse che quello che scriveva fosse la realtà.  Quello che spaventa nelle opere di Cane è quello che accadrebbe se la realtà desse ragione a lui. E’ reale quello che noi crediamo che sia reale. Sani e pazzi potrebbero scambiarsi i ruoli. Se un giorno i pazzi fossero la maggioranza, lei si ritroverebbe rinchiuso in una cella imbottita e si chiederebbe che cosa sta succedendo fuori. Che accadrebbe se scoprisse che la sua realtà non esiste più? Si sentirebbe solo  se fosse l’unico sano di mente.”

 

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