Il selvaggio (The wild one)

di Laslo Benedek con Marlon Brando, Mary Murphy, Lee Marvin, Robert Keith, Hugh Sanders -  USA – 1954 – Durata 79’ – B/N

 

La piccola e tranquilla cittadina californiana di Wrighsville è invasa dai Blake Rebels, una banda di giovani motociclisti di ritorno da una gara, capitanata da Johnny (Marlon Brando) che, non appena entra in un bar comincia a fare gli occhi dolci a Kathie (Mary Murphy), la giovane figlia di Harry (Robert Keith), lo sceriffo del luogo. Per ammazzare il tempo un paio di componenti della banda si sfidano in una gara di motociclette e Crazy, cadendo, si rompe una gamba. Nell’attesa che ritorni dall’ospedale decidono di andare tutti a bere qualche birra nel bar di Kathie. I ragazzi sono vivaci, il clima è allegro ma quando stanno per andare via sopraggiunge Chino (Lee Marvin) con la sua banda. Lui ha un vecchio conto in sospeso con Johnny e, dopo una sonora scazzottata, ha la peggio. In città gli animi si scaldano e Charlie (Hugh Sanders), una testa calda del luogo, fa pressione sul vecchio Harry affinché ristabilisca la calma. Charlie finisce per pizzicarsi con Chino e lo sceriffo, invece di arrestare entrambi, spedisce in cella solo Chino. I componenti della sua banda lo liberano e, sempre più su di giri, gironzolano pericolosamente in città. Charlie è convinto che lo sceriffo abbia perso il controllo della situazione e, con un paio di brutti ceffi, va alla caccia di Johnny, ritenuto ingiustamente il responsabile dei disordini; colpito alla testa con una sbarra di ferro, Johnny perde il controllo della moto che investe, accidentalmente, un uomo, uccidendolo. E’ accusato d'omicidio ma le testimonianze di Harry e di Kathie lo scagionano.

Benedek firma uno dei film più famosi del filone ribellista adolescenziale, antesignano del mitico Gioventù bruciata di Nicholas Ray. La prima scena con Marlon Brando in sella alla sua Triumph, con le basette lunghe, gli occhiali scuri ed il giubbotto di pelle è entrata a far parte della storia del cinema e dell’immaginario collettivo. Il regista si schiera apertamente dalla parte dei giovani motociclisti e lascia intendere che ogni qual volta qualche cittadino travalica la legge e cerca di farsi giustizia da sé, la tragedia è sempre dietro l’angolo La pellicola, vietata per decenni in Inghilterra, é ormai datata ed i terribili Blake Rebels sembrano docili ed educati come una banda di boy scout. Il film deve la sua forza all’intensa interpretazione di Marlon Brando, romantico e tenero cavaliere solitario che, senza né legacci, né catene, sin dal primo incontro, incanta Katie. E quando lei gli chiede dove è diretto con la sua banda, non può che rispondere: “Andiamo dove capita. Non si va in nessun posto, questo lo facevano i nostri nonni. Si va e via. Il sabato ci si trova insieme e si va fuori. L’importante è scappare, andare a tutto gas ogni tanto. Un uomo ha bisogno di imballare ogni tanto il motore. Capisci che voglio dire? Per cambiare atmosfera.“. La vicenda è ispirata ad un fatto di cronaca del 1947 quando quattromila soci di un club motociclistico si riunirono per tre giorni a Hollister (California) seminando la paura tra gli abitanti. Dal racconto The cyclist raid di Frank Rooney. Prodotto da Stanley Kramer.

 

Torna alla Homepage »