Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana -2012

 

Milano, dicembre 1969. Giuseppe Pinelli (Pierfrancesco Favino), ferroviere milanese, sposato con la dolce e materna Licia (Michela Cescon), fa da chioccia ai giovani anarchici della città. C’è tensione nel Paese e sono sempre più frequenti gli scontri tra polizia e gruppi di estrema destra e di estrema sinistra. Il 12 dicembre a Milano scoppia una bomba nella filiale della Banca Nazionale dell'Agricoltura di Piazza Fontana che provoca la morte di diciassette persone ed il ferimento di un’ottantina. Luigi Calabresi (Valerio Mastandrea), commissario della Polizia Politica della Questura di Milano, tralascia la pista “nera” ed orienta le sue indagini su quella degli anarchici. Dopo tre giorni di interrogatori, Pinelli “cade” dalla finestra del’ufficio di Calabresi e la polizia cerca di far credere all’opinione pubblica che l’anarchico si era “suicidato”. Questa versione fa acqua da tutte le parti e Calabresi, ritenuto il responsabile della morte di Pinelli, verrà poi assassinato da alcuni militanti di Lotta Continua.

Giordana non tradisce il suo cinema d’impegno civile e confeziona una pellicola asciutta ma palpitante, non a tesi, né di parte, che prova a far luce su uno dei tanti misteri italici e che ancora oggi, a distanza di più di quarant’anni, non ha fornito i nomi dei mandanti e degli esecutori materiali dell’attentato.

Partendo da una minuziosa ricostruzione dei fatti, il regista milanese prova a comprendere il ruolo giocato in quegli anni da Guido Giannettini e dai Servizi Segreti nostrani, legati a doppio filo con i neofascisti padovani e con quelli capitanati dal principe Julio Borghese. Più che risposte Giordana pone degli interrogativi e si chiede perché l’indagine sulla strage fu tolta al tempo al giudice Ugo Paolillo (Luigi Lo Cascio), quale fu il ruolo dell’anarchico Valpreda (Stefano Scandaletta), giudicato al tempo il responsabile dell’attentato, quello del tassista Rolandi (Francesco Salvi) e quello degli sbiaditi ed impresentabili politici italiani del tempo; Saragat (Omero Antonutti), Rumor, Restivo e Gui. Giordana sceglie una narrazione pacata e lontana da fronzoli e svolazzi, non cade nell’errore di proporre un thriller politico all'americana. (JFK docet) e regala a Pinelli e Calabresi, i due personaggi principali intorno ai quali ruota la vicenda, un tocco di sofferta umanità; da un lato Pinelli, anarchico romantico ma concreto, contrario ad ogni forma di lotta armata e dall’altro Calabresi, un commissario tutto d’un pezzo che cerca di stanare i responsabili della strage ma non indaga sulla dinamica che aveva causato la morte di Pinelli. Intorno a questi due “eroi”, accomunati dallo stesso destino tragico, un Aldo Moro (Fabrizio Gifuni) imploso e tormentato. A completare il cast d’eccezione Giorgio Colangeli, Giorgio Tirabassi, Sergio Solli, Giulia Lazzarini, Laura Chiatti, nel ruolo della moglie di Calabresi e Luca Zingaretti, in quello di un medico legale. 


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