Roberto Succo

di  Cedric Kahn con Stefano Cassetti, Isild Le Bosco, Patrick Dell’Isola - Francia – 2000 – Durata 124’

 

Dopo aver ammazzato il padre e la madre, Roberto Succo (Stefano Cassetti) un giovane ventenne è condannato a dieci anni da scontare in un manicomio criminale. Dopo cinque anni esce per buona condotta, libero di scorazzare per la Costa Azzurra alla guida di una fiammante decappottabile. Incontra Lea (Isild Le Bosco) una ragazza sedicenne un po' timida e impacciata a cui dichiara di chiamarsi Kurt, di essere olandese e di lavorare come agente della CIA. I due iniziano a frequentarsi e Lea non da molto peso alle bugie che Roberto sciorina giorno dopo giorno. Intanto Thomas (Patrick Dell’Isola) indaga sulla misteriosa scomparsa di un avvocato e sull’aggressione ad un tassista. Roberto continua con le sue scorribande tra la Costa Azzurra e la Savoia, vivendo di piccoli furti, di piccoli espedienti e uccidendo, senza alcun motivo apparente, chiunque gli capiti tiro. Braccato dalla polizia, si rifugia in Italia dove è arrestato ma si suiciderà in carcere con una busta di plastica, prima di essere processato.

Tratto da una storia vera questo road movie atipico mette al centro della storia uno psicopatico, con gravi tendenze antisociali. Il regista glissa sui motivi che hanno spinto Roberto ad uccidere i propri genitori e, con uno stile, volutamente freddo e distaccato, si limita a mostrare la vita dissennata di un ragazzo che cambia continuamente identità, ruba auto ed è solito fare irruzioni negli appartamenti. Kahn non lo dipinge né come un eroe romantico, né come un ribelle od un genio del male ma come un ragazzo solo, senza affetti che, a suo modo, s’innamora di Lea, l’unica persona a cui non torce nemmeno un capello. La sua follia non è fatta di deliri e di allucinazioni ma di comportamenti impulsivi ed  incontrollabili. Dopo avere sequestrato un’automobilista, pistola in pugno, le rivela di essere un terrorista e poi le dice: “Entro in casa delle persone per mangiare, fare una doccia e far l’amore con le donne.”  Al giudice che gli chiede perché ha rubato un’auto, confessa: “Sono convinto che l’auto fosse stata lasciata aperta per me. E’ un fenomeno paranormale che non cerco neanche di spiegarmi. Sono convinto che le cosa mi siano offerte, un po’ quando si trovano i funghi. La proprietà privata non esiste.” Stefano Cassetti, attore esordiente, recita con straordinaria sicurezza.  Tratto dal libro inchiesta di Pascale Froment !Je te tue historie vraie di Roberto Succo, assassin sains raison".

 

Stralcio da “Vero come una finzione” Springer Editore – 2010 di Matteo Balestrieri, Stefano Caracciolo, Riccardo Dalle Luche, Paolo Iazzetta, Ignazio Senatore

 

 

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